ARTICO – Nonostante la crescente importanza strategica, molte delle controversie territoriali e marittime nell’Artico sono state risolte o gestite in modo conforme al diritto internazionale. Un accordo emblematico ĆØ stato siglato nel 2010 tra Russia e Norvegia per la delimitazione del confine marittimo nel Mare di Barents. Le residue dispute, come quella sull’isolotto di Hans tra Canada e Danimarca, hanno carattere prevalentemente simbolico o sono state “congelate,” come l’intesa del 1988 tra Canada e Stati Uniti sul Passaggio a Nord-Ovest, che privilegia la cooperazione. Un chiaro segnale della fiducia nelle istituzioni internazionali ĆØ l’azione della Russia, che ha sottoposto la questione della delimitazione della propria piattaforma continentale alla Commissione ONU istituita dalla Convenzione di Montego Bay, pur competendo con Canada e Danimarca. Le contese tra membri NATO nell’area, data la loro alleanza, difficilmente metterebbero in discussione la gestione cooperativa trentennale, la cui resilienza non ĆØ stata scalfita nemmeno dalle tensioni successive all’annessione della Crimea nel 2014, che pure ha alterato profondamente le relazioni tra Russia e Occidente.
Il Consiglio Artico
Il “mantra della cooperazione internazionale” ha creato il terreno fertile per la nascita del Consiglio Artico (CA), istituito nel 1996 e divenuto rapidamente il centro gravitazionale del multilateralismo regionale. Questo forum intergovernativo riunisce gli otto Stati Artici (i cosiddetti Arctic Five più Islanda, Finlandia e Svezione) e simboleggia la più importante forma di cooperazione istituzionale pan-artica. Il CA fornisce una piattaforma continua di discussione, escludendo, tuttavia, le questioni di carattere militare. Nel tempo, la partecipazione si ĆØ ampliata notevolmente, coinvolgendo oltre 40 soggetti, tra cui organizzazioni non governative, istituti di ricerca e Stati osservatori (come l’Italia dal 2013). I lavori si concentrano principalmente sulla protezione ambientale, lo sviluppo sostenibile e la cooperazione scientifica, settori in cui sei working groups guidati da esperti e scienziati accademici portano avanti l’agenda collaborativa.














