Le macchine gigantesche dello scultore Jean Tinguely

Museo Jean TinguelyFoto Museo Jean Tinguely

ARTE – Le macchine gigantesche dello scultore Jean Tinguely.

L’ARTE DI JEAN TINGUELY, LA SCULTURA

Il padre di Jean Tinguely si chiamava Charles Célestin, la madre Jeanne-Louise Tinguely Ruffieux. Pochi mesi dopo la nascita di Jean, la famiglia intera si trasferisce a Basilea, dove il padre lavora e dove Tinguely frequenterà le scuole. Negli anni successivi Tinguely dichiarerà verso la città di Basilea un particolare amore. Come egli stesso racconta, fin dall’adolescenza ama rifugiarsi nei boschi per dare sfogo ai propri sogni: costruisce piccole macchine di legno che si mettono in movimento utilizzando l’energia dell’acqua dei torrenti e si diverte nell’immaginare lo stupore di un escursionista che le scopra. Nel 1940, iniziata da poco la Seconda guerra mondiale, subisce l’esperienza di un violento bombardamento, causato dal fatto che Basilea si trova a cavallo del confine con la Germania. Poco dopo, avendo appreso che le truppe italiane si apprestano ad invadere il territorio greco, tenta di partire, come volontario, in aiuto degli aggrediti. Essendo appena sedicenne, viene fermato alla frontiera e riaffidato ai genitori.

LE VETRINE

In questo periodo inizia il suo apprendistato come decoratore di vetrine, ma due anni dopo viene licenziato per la sua irrequietezza. Alla fine del 1944 inizia a lavorare come artigiano autonomo. Anche in questa veste non rinuncia a suscitare scalpore con le sue iniziative anticonformiste. Intanto frequenta corsi professionali incentrati su pittura e disegno ed entra in contatto con le opere di Schwitters, Klee, e con gli artisti del Bauhaus. Legge testi socialisti e anarchici, incontra rifugiati politici, assume un atteggiamento di violenta ripulsa verso ogni forma di dittatura. Nel 1954 presso la galleria Arnaud di Parigi viene inaugurata la sua prima mostra. Nel 1963 costruisce Hannibal I, la prima delle sue macchine gigantesche, alcune delle quali sono oggi visibili nei musei a lui dedicati, che si trovano a Basilea e Friburgo. Negli anni successivi Tinguely partecipa a manifestazioni artistiche che si realizzano a Tokyo, Losanna, Houston, San Paolo, Stoccolma. Nel 1967 prepara due importanti lavori per l’Esposizione Universale di Montréal: Requiem pour une feuille morte, che viene esposto nel padiglione svizzero, e Le paradis fantastique , per il padiglione francese. Nel 1968 si trasferisce a Neyruz, nel Cantone di Friburgo e, insieme all’amico Bernhard Luginbühl, elabora il progetto del “Gigantoleum”, un’opera immensa che dovrebbe riunire ogni forma di espressione artistica e contenere inoltre, al suo interno, un teatro, un ristorante, un cinematografo.