GINEVRA – Mercati: “Cessato allarme”, ma il potenziale di rialzo è limitato. A cura di Fabrizio Quirighetti di DECALIA. Può sembrare strano, ma nonostante le molte incertezze e fragilità strutturali che l’economia globale deve ancora affrontare lo scenario Goldilocks è uscito ulteriormente rafforzato dal recente taglio dei tassi da parte della Fed. Nelle ultime settimane i mercati azionari hanno continuato a registrare nuovi record in tutto il mondo (un massimo storico dopo l’altro), favoriti dall’attività economica resiliente, dalla solida crescita degli utili, dalla diminuzione dei prezzi dell’energia, dall’inflazione globale in calo e, naturalmente, dalle aspettative di una politica accomodante da parte della Fed, che si sono appena avverate.
Mercati: “Cessato allarme”, ma il potenziale di rialzo è limitato
In questo contesto fortemente favorevole i premi al rischio e la volatilità si sono ulteriormente ridotti, avvicinandosi al limite inferiore degli intervalli storici. Nel frattempo, i tassi globali di lungo termine si sono in parte stabilizzati, anche se restano preoccupazioni – più o meno visibili, a seconda dell’economia – sulla sostenibilità delle attuali manovre fiscali e sul debito. In questo scenario, il credito continua a sovraperformare la duration, con gli spread a livelli storicamente bassi che lasciano poco margine d’errore. Il dollaro USA resta debole, penalizzato dal rallentamento del mercato del lavoro, dal calo dei tassi della Fed e dalle politiche economiche dell’amministrazione Trump, mentre l’oro ha toccato nuovi record. Questa ripresa dell’oro è da considerare come un campanello d’allarme? O è semplicemente la “normale” risposta ai forti rischi geopolitici e alle minacce latenti (recessione, ripresa dell’inflazione, shock dei tassi e svalutazione della moneta, in un contesto di dominanza fiscale)? In entrambi i casi, illustra chiaramente la contraddizione tra economia reale e mondo della finanza.
Crescita costante ma positiva
Dopo che la Fed ha tagliato il tasso target di 25 pb portandolo al 4,25%-4,00% nell’ultima riunione, sono aumentate le probabilità che si avveri il nostro scenario di base, che per il resto rimane invariato: crescita costante ma positiva, inflazione persistente ma gestibile e graduale normalizzazione della politica in un mondo sempre più frammentato. Definita dal presidente della Fed come un “taglio alla gestione del rischio”, questa mossa ha ridotto i rischi di coda di breve termine, soprattutto quelli legati a un brusco o imminente rallentamento negli Stati Uniti, rafforzando la tesi di uno scenario di “cessato allarme” con soft landing, che ha spinto le valutazioni verso livelli estremi.
Allo stesso tempo, il sentiment degli investitori non è particolarmente euforico, l’ampiezza del mercato sta aumentando e la crescita degli utili continua a sorprendere al rialzo, il tutto in una fase di moderazione dei tassi e dell’inflazione. Riconosciamo che l’attuale eccesso di fiducia in uno scenario Goldilocks apparentemente infinito, associato a valutazioni elevate (persino segnali di euforia per i titoli meme e alcune IPO) limita il potenziale di rialzo nel breve termine. Considerando lo scarso margine rimasto per assorbire gli utili deludenti, le sorprese negative sull’inflazione, gli inaspettati shock dei tassi e la svalutazione valutaria, i rischi stanno costruendo il prossimo “muro di preoccupazioni” che i mercati dovranno scalare.
Nello scenario attuale
Manterremo un atteggiamento di cauta attesa fino a quando lo scenario di soft-landing non sarà superato. Di conseguenza, non abbiamo apportato modifiche al portafoglio. Manteniamo pertanto una posizione sostanzialmente neutrale su azioni e obbligazioni. Il posizionamento bilanciato e l’allocazione diversificata riflettono il nostro approccio prudente verso l’ampio ventaglio di risultati possibili. Questo dovrebbe consentire ai portafogli di generare rendimenti modesti ma positivi nella maggior parte delle asset class nel breve termine, attenuando gli inevitabili scossoni delle rotazioni settoriali e mantenendo la flessibilità necessaria ad adeguarsi alle mutate condizioni. Potremmo adottare coperture tattiche in chiave opportunistica, come del resto stiamo già facendo. La diversificazione resta un pilastro della nostra strategia: nell’azionario (per regione, settore, stile e capitalizzazione di mercato), nell’obbligazionario (in tutte le aree geografiche, le scadenze, i settori e i rischi di credito – attenzione però agli emittenti fragili e ai settori più deboli in questi tempi difficili) e tramite l’esposizione all’oro, che continuiamo a preferire alla duration dei titoli di Stato in assenza di una grave recessione. L’oro, secondo noi, offre un ampio margine di sicurezza in vari scenari di avversione al rischio.