SHANGHAI, Cina – Gazprom e CNPC hanno messo nero su bianco l’accordo per la costruzione del nuovo gasdotto Power of Siberia 2, un colosso energetico che attraverserà la Mongolia e porterà in Cina fino a 50 miliardi di metri cubi di gas l’anno per i prossimi 30 anni. Non contenti, i due giganti hanno deciso anche di potenziare le pipeline già esistenti: “Power of Siberia” passerà da 38 a 44 bcm/anno, mentre la “Far Eastern Route” salirà da 10 a 12 bcm/anno.
Gas scontato per Pechino salato per Bruxelles: l’intesa è stata suggellata durante la visita ufficiale di Vladimir Putin in Cina, con tanto di stretta di mano ai vertici di Gazprom e CNPC. I dettagli economici restano top secret, ma una cosa è chiara: Pechino comprerà il gas a prezzi ben più bassi rispetto all’Europa, che ormai non è più il cliente privilegiato di Mosca. E qui entra in gioco la parte più amara per Bruxelles: mentre Russia e Cina si stringono in un abbraccio energetico trentennale, l’Europa resta a bocca asciutta, costretta a inseguire fornitori alternativi come Norvegia, Nord Africa e LNG dagli Stati Uniti, a prezzi tutt’altro che competitivi. In pratica, Mosca cambia rotta, Pechino incassa, e l’Europa scopre che le sue scelte politiche ora presentano il conto.