EUROPA – L’Unione Europea si prepara a scuotere il mercato del tabacco con una proposta di riforma fiscale ambiziosa, mirata ad aumentare significativamente le accise su sigarette, sigari, sigarette elettroniche e bustine di nicotina. Questa mossa, che potrebbe portare a rincari notevoli, come un potenziale +139% sulle sigarette tradizionali e un impressionante +1.090% sui sigari, ha un duplice obiettivo. Da un lato, mira a disincentivare il consumo di tabacco e prodotti correlati, in linea con le politiche di salute pubblica. Dall’altro, e qui risiede il punto più controverso, la Commissione Europea intende trattenere direttamente una parte sostanziale di questo gettito fiscale, attualmente in mano ai singoli Stati membri, per destinarlo al bilancio comunitario. Questa strategia, che potrebbe generare circa 15 miliardi di euro all’anno in nuove entrate per l’UE, si inserisce nel più ampio piano per rafforzare le “risorse proprie” dell’Unione, fondamentali per ripagare il debito contratto con il Next Generation EU. La proposta segna un cambio di rotta rispetto alle discussioni precedenti, che si erano concentrate su carbon tax e tasse digitali, introducendo per la prima volta l’idea di far leva sul settore del tabacco per finanziare il debito comune.
Sigarette più care in Europa
Per i consumatori, in particolare quelli italiani, l’impatto di questa riforma, qualora venisse approvata, sarebbe tangibile. Si stima che i prezzi dei pacchetti di sigarette e dei prodotti a tabacco riscaldato potrebbero aumentare di oltre il 20%, traducendosi in un rincaro di più di 1 euro a confezione. Un aumento così consistente non solo graverebbe sulle tasche dei fumatori, ma potrebbe anche avere ripercussioni significative sull’economia generale, con stime dell’UE che prevedono un impatto sull’inflazione di oltre mezzo punto percentuale. Questa prospettiva ha già acceso le prime scintille di opposizione tra i governi nazionali, preoccupati di perdere una fetta importante degli incassi fiscali oggi gestiti autonomamente. La battaglia tra Bruxelles e le capitali si preannuncia quindi serrata, con la Commissione determinata a trovare nuove fonti di finanziamento per il bilancio comunitario e i singoli Stati a difendere le proprie prerogative fiscali, il tutto mentre i consumatori si preparano a possibili futuri aumenti dei costi legati al fumo.