SINTRA (Portogallo) – Al Forum BCE di Sintra, il presidente della FED (Federal Reserve) Jerome Powell ha lanciato stoccate indirette a Donald Trump, affermando che senza i dazi imposti dall’amministrazione USA, la Fed avrebbe già tagliato i tassi. Powell ha anche criticato la traiettoria “insostenibile” del debito americano, alimentata dal piano “Big Beautiful Bill” di Trump. Christine Lagarde, presidente della BCE, ha invece celebrato il raggiungimento dell’obiettivo d’inflazione al 2%, ma ha evitato impegni futuri sui tassi, sottolineando l’incertezza globale. L’euro forte e le tensioni commerciali USA-UE restano fattori chiave per le prossime mosse monetarie.
La BNS osserva, ma il franco scalpita
Mentre Powell e Lagarde si contendono i riflettori a Sintra, la Banca Nazionale Svizzera (BNS) resta in silenzio… ma non immobile. Il crollo del dollaro – il peggiore semestre dal – e l’euro che vola oltre 1,18, mettono pressione sulla BNS, che rischia di vedere il franco svizzero trasformarsi in un rifugio troppo ambito. Il risultato? Esportazioni elvetiche penalizzate e una politica monetaria che potrebbe dover virare bruscamente. Il “Make America Great Again” di Trump sta facendo tremare i mercati valutari, e la Svizzera, da sempre prudente, potrebbe essere costretta a sporcarsi le mani. Per ora osserva. Ma quanto a lungo potrà restare neutrale?