IRAN –Ā LāIran ĆØ passato, nel giro di pochi decenni, da uno Stato laico e modernizzante a una Repubblica islamica fondata su una rigida interpretazione della legge coranica. Questo cambiamento, iniziato con la rivoluzione del 1979 guidata dallāayatollah Ruhollah Khomeyni, ha trasformato radicalmente il ruolo delle donne nella societĆ . Se negli anni precedenti alla rivoluzione era comune vedere donne in minigonna e a capo scoperto, come avrebbe potuto fare una giovane come Sima, oggi la realtĆ ĆØ ben diversa: il velo ĆØ obbligatorio, e le libertĆ personali sono sottoposte a un severo controllo da parte della cosiddetta “polizia morale”. Fin dai primi mesi del nuovo regime, le donne furono escluse dalla magistratura, bandite da facoltĆ universitarie, e progressivamente escluse dalla vita pubblica e sociale. Il diritto di vestirsi liberamente, di viaggiare senza il permesso del marito, di cantare o ballare sono stati negati. La trasformazione dellāIran ha significato, soprattutto per le donne, una drastica riduzione dei diritti e una sistematica repressione della libertĆ individuale.
Donne iraniane: tra alfabetizzazione, discriminazioni legali e lotta per i diritti
Nonostante un sistema profondamente patriarcale e un apparato legislativo che discrimina apertamente le donne in ambiti cruciali come matrimonio, ereditĆ , divorzio e custodia dei figli, oggi lāIran vanta unāaltissima percentuale di alfabetizzazione femminile. Migliaia di giovani donne si laureano ogni anno, soprattutto in materie scientifiche, e molte di loro ricoprono ruoli professionali rilevanti. Tuttavia, questa avanzata culturale coesiste con una realtĆ repressiva: il matrimonio può avvenire anche a 13 anni (o prima, con l’autorizzazione di un giudice), il passaporto per una donna sposata richiede il consenso del marito, e la violenza domestica non ĆØ riconosciuta da una legge specifica. Le donne che sfidano il sistema, come lāavvocata Nasrin Sotoudeh o le ragazze che si rifiutano di indossare lāhijab, rischiano dure punizioni, fino alla prigione e alle frustate. La morte di Masha Amini, arrestata per un velo “mal portato”, ha sollevato lāindignazione internazionale e rilanciato la lotta per i diritti delle donne in Iran, simbolo di una resistenza tanto silenziosa quanto determinata.














