Tutto quello che c’è da sapere sull’Impressionismo: come un gruppo di artisti ribelli “liberò la pittura”

ARTE – Tutto quello che c’è da sapere sull’Impressionismo: come un gruppo di artisti ribelli “liberò la pittura”.

L’IMPRESSIONISMO

La prima mostra dedicata alla pittura impressionista ha avuto luogo nell’ex studio parigino del famoso fotografo Nadar, che offrì il suo spazio al 35 Boulevard des Capucines a un gruppo di artisti che desideravano mostrare il proprio lavoro al pubblico. Quel gruppo, che comprendeva Claude Monet, Berthe Morisot, Edgar Degas e Paul Cezanne, avrebbe sfidato coraggiosamente la tradizione della pittura europea e cambiato il corso della storia dell’arte. Il 15 aprile 1874 debuttarono alla Première Exposition della Société Anonyme, presentando dipinti che privilegiavano il colore, il movimento della luce e visioni spontanee della vita contemporanea. Divenne nota come la Prima Mostra Impressionista, dopo la famigerata accusa del critico Louis Leroy nei confronti della mostra definendola semplici “impressioni”, ed è ampiamente considerata come il luogo di nascita dell’arte moderna. Gli impressionisti allestirono altre otto mostre nei successivi dodici anni, liberandosi dai vincoli delle convenzioni, compresi i rigidi vincoli dell’accademia francese, e stabilendo un nuovo mezzo indipendente per esporre e commercializzare la loro arte.

L’ARTE

Privilegiando il modo in cui vediamo rispetto a ciò che vediamo, furono i primi artisti ad astrarre la realtà attraverso le loro prospettive individuali, annunciando movimenti successivi incentrati sulla soggettività dell’esperienza artistica dal Fauvismo all’Espressionismo astratto. Liberando l’arte dalla sua funzione mimetica, fondarono il primo vero movimento d’avanguardia, lasciando un’impronta duratura che segnò il corso dell’arte moderna e contemporanea. Nel corso degli anni ’60 e ’70 dell’Ottocento, il lavoro degli impressionisti e di altri artisti pionieristici fu spesso rifiutato dal prestigioso Salon de Paris, la mostra d’arte annuale dell’Académie des Beaux-Arts, i cui giurati favorirono le composizioni idealizzate, “finite” e i colori tenui, tavolozza della pittura accademica. Nel 1863, quando il Salon rifiutò due terzi delle sue proposte, l’imperatore Napoleone III disse che le opere rifiutate meritavano di essere viste dal pubblico e istituì il Salon des Refusés, dove dipinti controversi di Manet, Whistler e altri fecero scalpore.