Un tuffo nel passato con le opere di bambini svizzeri di inizio Novecento

LUGANO – Un tuffo nel passato con le opere di bambini svizzeri di inizio Novecento.

I BAMBINI SVIZZERI DEL NOVECENTO

Il MUSEC inaugura un nuovo appuntamento dedicato alla creatività infantile con l’esposizione “Tutti a scuola!” allestita nello Spazio Maraini di Villa Malpensata. La mostra, curata da Adriana Mazza (MUSEC) e da Igor Nastic, docente e collaboratore esterno del museo, presenta 55 disegni di bambini svizzeri selezionati nell’immenso archivio della Fondazione Pestalozzianum di Zurigo. I disegni sono stati realizzati nei due primi decenni del Novecento. In quegli stessi anni le Avanguardie misero in discussione i canoni consolidati dell’arte occidentale, aprendosi a forme di creatività prima di allora tenute ai margini: l’arte di culture lontane, le arti arcaiche e popolari e altro ancora. Gli artisti considerarono con occhi nuovi anche l’arte infantile e vollero carpire il segreto dell’immediatezza con cui i bambini percepivano e raffiguravano la realtà, con i loro segni tanto semplici ed essenziali quanto fortemente espressivi. L’interesse per le «nuove fonti» avrebbe trascinato anche l’irriverenza giocosa del movimento Dada, nato nel 1916 attorno a un gruppo di artisti e intellettuali europei che, per sfuggire alla guerra, si erano trovati un po’ per caso nella neutrale e placida Zurigo.

I DISEGNI

Nel frattempo, ignari di quanto gli artisti stessero proiettando su di loro, i bambini continuavano a disegnare. Ma non lo facevano più come in passato: fuori dalla ristretta cerchia delle Avanguardie, infatti, il vivo interesse per la creatività infantile dilagava già da qualche tempo anche tra pedagogisti e insegnanti di tutta Europa. Anche la Svizzera fu coinvolta in un generale rinnovamento della pratica del disegno scolastico, segnando così il passaggio da una pedagogia ottocentesca a una scuola che si dirigeva verso la modernità. I disegni esposti, realizzati da bambini e ragazzi tra i due e i tredici anni, restituiscono così uno spaccato del graduale passaggio dalla spontaneità tipicamente associata al mondo infantile all’interiorizzazione di codici tecnici e formali plasmati dall’educazione scolastica. Con disarmante talento, i piccoli artisti svizzeri hanno esplorato sempre nuove e più complesse forme di creazione grafica, fino a raggiungere in taluni casi una stupefacente padronanza tecnica ed espressiva. Spinti dal desidero di fare sempre meglio, anche per ottenere l’approvazione degli adulti, i bambini non hanno mai rinunciato a esprimere la propria creatività e la propria individualità. Queste affiorano ad esempio negli scostamenti dalle regole imposte dagli esercizi e soprattutto nelle spensierate libertà compositive, che raccontano un mondo guardato con leggerezza e fiducia: un’attitudine che gli artisti di Dada, nel contesto di un Europa allo sfacelo, rincorrevano con disperata nostalgia.