MILANO (ITALIA) – Una sofisticata signorina milanese: Miuccia Prada.
IL MARCHIO PRADA E MIUCCIA
Milano, fine anni Settanta. Un incontro a due che promette poco o nulla, al massimo qualche scintilla non necessariamente amichevole. Da una parte il rude toscano-aretino Patrizio Bertelli, famiglia di avvocati, imprenditore di pelletteria, personaggio dantesco, vulcano ribollente di idee. Dall’altra una sofisticata signorina milanese, Miuccia Prada, passato di femminista e militante comunista, sempre in tacchi e vestiti mai banali ai cortei studenteschi, erede d’un negozio di borse e valigie dove passa la migliore borghesia. Per la legge degli opposti che si attraggono, scatta l’imprevedibile alchimia che rimescola le carte sul piano affettivo, i due si sposeranno, e professionale. Le basi del fenomeno Prada vengono gettate in quel primo e giĆ movimentato confronto. Spiega l’autore Gian Luigi Paracchini in “Vita Prada. Personaggi, storie, retroscena d’un fenomeno di costume” che “Prada non ĆØ più considerato soltanto un gruppo e un marchio della moda dai grandi numeri, ma il simbolo di uno stile concettuale che ha saputo ribaltare i canoni estetici, creare tendenze, diventare fatto di costume. Un fenomeno che si ĆØ autoamplificato attraverso il design futuribile dei negozi-epicentri, l’avvincente esperienza velica di Luna Rossa in Coppa America e la provocatoria arte d’avanguardia, a volte spiazzante, dell’omonima Fondazione. Questo libro analizza le tappe imprescindibili del fenomeno: la fondazione nei primi anni del Novecento, il cambio di marcia con la coppia Prada-Bertelli, la graduale espansione, qualche brusca frenata e la costruzione di un’identitĆ sempre più forte“.
LA VITA DI MIUCCIA
Figlia di Gino Bianchi e Luisa Prada, dirigente dell’azienda di famiglia, si ĆØ diplomata al Liceo classico Giovanni Berchet di Milano, ĆØ stata una sessantottina e una femminista. All’epoca del liceo ĆØ suo insegnante di religione Don Giussani. Si iscrive giovanissima alla sezione di Porta Romana Carlo Marx del PCI aperta da Giò Pomodoro.Ā Nel 1971, dopo essersi laureata in scienze politiche all’UniversitĆ degli Studi di Milano e aver studiato recitazione al Piccolo Teatro di Milano, iscritta perchĆ© appassionata all’arte di mimo, ĆØ entrata a lavorare da Prada, azienda di famiglia fondata dal nonno Mario Prada nel 1913. Nel 1978 Miuccia Prada ĆØ a capo dell’azienda di famiglia, e decide di portare diverse innovazioni, tra cui l’inserimento dell’abbigliamento nella produzione. Nello stesso anno consegue il dottorato di ricerca in Scienze Politiche all’UniversitĆ degli Studi di Milano. Agli inizi degli anni ’80 disegna una collezione di borse nere in fine nylon (Pocono, materiale da lei brevettato) che diventano presto richiestissime in tutto il mondo. Nel 1988 presenta la prima linea di prĆŖt-Ć -porter autunno-inverno a Milano: lo stile, che gioca sul contrasto cromatico bianco-nero, spiana la strada per il successo di Prada; tuttavia inizialmente il suo stile, fatto di rotture stilistiche e continue innovazioni, non ĆØ interamente compreso e apprezzato dalla moda patinata degli anni ’80. A lei si deve anche l’invenzione del logo di Prada: un triangolo rovesciato che si ispira alla fibbia di chiusura dei bauli prodotti dal nonno. Nel 1993 nasce la linea Miu Miu, e da allora Miuccia Prada presenta regolarmente le sue collezioni a Milano e a Parigi.














