L’Università della Svizzera Italiana ragiona sulla sostenibilità a “Confronti 2023”

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LUGANO – L’Università della Svizzera Italiana ragiona sulla sostenibilità a “Confronti 2023”.

LA SOSTENIBILITÀ

Nell’aula magna dell’università della Svizzera italiana a Lugano si è tenuto l’appuntamento annuale del convegno “Confronti” sul tema della sostenibilità e della sua accettazione sociale. Esplorando le connessioni tra economia, territorio e società l’Istituto di ricerche economiche e i relatori si sono confrontati come ogni anno con l’obiettivo di supportare validamente l’economia e il territorio. Attuare le strategie per promuovere uno sviluppo sostenibile richiede uno sforzo di comprensione e accettazione degli inevitabili cambiamenti nei modelli di produzione e consumo, di infrastrutture che inevitabilmente trasformeranno il paesaggio. Per un territorio, significa bilanciare la vocazione naturale, le traiettorie di sviluppo e gli obiettivi stabiliti. Diventa quindi necessario considerare attentamente il contesto in cui si collocano le iniziative per evitare futuri conflitti.

L’IMPORTANZA DELLE SINERGIE NEL TERRITORIO

La Rettrice Luisa Lambertini ha sottolineato l’importanza della collaborazione dell’Università della Svizzera con il territorio che anche in tema di sostenibilità si impegna concretamente. Prossimo step l’inaugurazione della Casa della sostenibilità dell’USI ad Airolo. Sarà un luogo privilegiato per osservare e toccare con mano grandi temi in contesto alpino. Il Consigliere di Stato Christian Vitta ha introdotto il concetto di sostenibilità e sottolineato
l’importanza di sinergie in Ticino tra politica, università, aziende e associazioni economiche che devono cogliere l’innovazione come una nuova opportunità. E’ fondamentale raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza energetica del cantone entro il 2050. La strategia prevede anche di riprendere la gestione degli impianti idroelettrici man mano che le concessioni attuali giungeranno a scadenza. La Prof.ssa Barbara Antonioli Mantegazzini Vicedirettrice dell’IRE, istituto di ricerche economiche di Usi, dopo un interessante excursus storico dai primi approcci al concetto negli anni 70 fino ad oggi, ha introdotto l’argomentazione peculiare dell’accettazione sociale, nodo cruciale deldibattito. Citando l’economista statunitense Joseph Stiglitz, premio Nobel nel 2001, che ha riassunto la sua idea di transizione nello statement “Sostenibiltà è crescere, conservare l’ambiente e condividere il benessere” ha quindi sottolineato come sia importante continuare a parlarne nonostante il quadro internazionale sia estremamente complicato.

IL “TRIANGOLO DELL’ACCETTAZIONE SOCIALE”

Il Professor Rolf Wüstenhagen dell’Università di San Gallo ha sviluppato la tematica specifica illustrando una serie di slides con dati e un case study sull’eolico a Oberegg nell’Appenzello. Ha approfondito le dinamiche dell’accettazione sociale attraverso il tempo, rispetto alla partecipazione finanziaria e alla comunicazione spesso fuorviante. Ne è emerso un quadro di ritardo testimoniato dalle sole 47 turbine eoliche installate in Svizzera in 20 anni che paragonate alle 1400 in Austria raccontano una storia di procedure istituzionali differenti con possibilità di ricorso dei contrari al progetto su tre livelli che rallenta di fatto l’iter. Una prima soluzione secondo Wüstenhagen potrebbe essere il “triangolo dell’accettazione sociale”i cui vertici sono il mondo istituzionale, la comunità di riferimento e il mercato. Per decretare il successo di un progetto di energia rinnovabile, che sia solare o eolico, è fondamentale che tutti i vertici siano d’accordo. Il dibattito è certamente centrale e aperto ma già si delineano strategie interessanti per rispondere ai legittimi dubbi che vengono sollevati anche da chi vive in un territorio oggetto di progettazione.