USA – Le recenti direttive dell’amministrazione statunitense hanno innescato una vera e propria epurazione ideologica all’interno delle agenzie federali, con il Dipartimento della Difesa (DoD) in prima linea. Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha infatti ordinato la rimozione sistematica di contenuti legati alle iniziative di Diversity, Equity, and Inclusion (DEI), ritenute incompatibili con i valori militari. Questa ondata di censura ha portato al blocco delle celebrazioni di date significative come il Martin Luther King Day e il Pride Month, e ha innescato una revisione massiva di documenti e materiali online, con decine di migliaia di voci già contrassegnate per la cancellazione. La misura, finalizzata a riportare il focus su “merito e prontezza operativa”, ha sollevato forti polemiche per le sue conseguenze estreme e spesso assurde.
Il caso Enola Gay
Uno degli episodi più eclatanti e imbarazzanti di questa “pulizia” è il caso del bombardiere “Enola Gay”. Noto per aver sganciato la prima bomba atomica su Hiroshima nel 1945, il nome dell’aereo, omaggio alla madre del pilota Colonnello Paul Tibbets, è finito erroneamente nel mirino della censura. Sembra che la semplice presenza della parola “Gay” nel nome sia stata sufficiente a far contrassegnare l’immagine e i riferimenti storici ad esso per la rimozione dai registri e dai siti web del Pentagono, in un tentativo goffo e indiscriminato di eliminare qualsiasi potenziale associazione con tematiche LGBT+. Questo caso, insieme alla cancellazione di immagini di eroi di guerra con cognomi “scomodi” o di progetti senza alcuna attinenza con il DEI, evidenzia il parossismo delle politiche censorie, che finiscono per danneggiare la memoria storica e la credibilità delle istituzioni USA.














