EUROPA – Di fronte all’incremento delle minacce ibride e dei rischi per la sicurezza interna, l’Unione Europea introduce una stretta significativa sulla libera circolazione all’interno dell’area Schengen. Con un voto definitivo e a larga maggioranza (518 favorevoli) l’Aula del Parlamento Europeo ha conferito alla Commissione il mandato di reintrodurre l’obbligo dei visti per i cittadini di Paesi terzi, anche per soggiorni di breve durata (fino a 90 giorni). La mossa, sostenuta con forza dal Partito Popolare Europeo (PPE), mira a proteggere l’integritĆ dello spazio Schengen e a dotare l’UE di strumenti più efficaci per rispondere a nuove tipologie di attacchi. Tra i nuovi motivi che possono innescare la sospensione, oltre all’aumento dei reati gravi o a un forte incremento delle domande di asilo respinte (soglia fissata al 20%), rientrano esplicitamente le minacce ibride ā come la strumentalizzazione dei migranti da parte di Stati terzi ā e gli schemi di “passaporti d’oro” o di cittadinanza per investitori, considerati fonti di preoccupazione per la sicurezza.
Via libera del Parlamento UE
Il nuovo meccanismo di sospensione ĆØ strutturato per consentire una risposta graduale e mirata. L’obbligo di visto reintrodotto potrĆ essere inizialmente temporaneo e successivamente diventare definitivo se i problemi di sicurezza e le violazioni dovessero persistere. Questa flessibilitĆ permette di avviare il processo anche in caso di attesa di indagini o colloqui istituzionali. La riforma si configura come un chiaro messaggio ai Paesi terzi: la cooperazione sui temi di sicurezza, immigrazione e allineamento alla politica dei visti UE ĆØ fondamentale per mantenere l’esenzione. Inoltre, la normativa prevede la possibilitĆ di applicare restrizioni in modo selettivo anche a funzionari governativi o diplomatici stranieri, aumentando l’effetto deterrente. L’obiettivo ultimo ĆØ rafforzare la deterrenza, colmare le lacune che mettono a rischio l’Europa e assicurare che la credibilitĆ e l’integritĆ del sistema Schengen siano preservate.














