EUROPA – Il Meccanismo Europeo di StabilitĆ (Mes) torna a increspare le acque dell’Eurozona, con l’Italia ancora una volta al centro delle pressioni. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ĆØ atteso alla prossima riunione dell’Eurogruppo, in programma per il 13 maggio, con il compito di aggiornare i partner sulle intenzioni del governo Meloni riguardo alla ratifica della riforma del trattato del Mes. Intenzioni che, ad oggi, rimangono ferme e apparentemente impermeabili ai continui richiami provenienti da Bruxelles.Ā Tuttavia, il programma di lavoro dei ministri economici dei Paesi Ue con la moneta unica prevede un punto cruciale: la preparazione della riunione annuale del Mes. Questo riporta inevitabilmente il tema sul tavolo del confronto europeo, riproponendo una questione che molti a Bruxelles ritengono “non dovrebbe esserci”.
Una decisione che ha suscitato non poche perplessitĆ e malumori
Il riferimento ĆØ chiaro alla mancata ratifica da parte dell’Italia del trattato che avrebbe dovuto conferire un nuovo mandato all’organizzazione intergovernativa, elemento chiave per il completamento del progetto di unione bancaria e per la stabilitĆ finanziaria dell’Eurozona.Ā L’accordo per la riforma del Mes era stato raggiunto da tutti gli Stati membri giĆ nel gennaio 2021. Secondo le intenzioni di un patto sottoscritto all’epoca anche dall’Italia, il Mes riformato avrebbe dovuto fornire una rete di sicurezza al Fondo di risoluzione unico (SRF), istituito per gestire le crisi bancarie attraverso la ristrutturazione o la liquidazione degli istituti in difficoltĆ . Un meccanismo ritenuto fondamentale per evitare il contagio sistemico e proteggere i contribuenti. Nonostante le aspettative e gli impegni presi, il governo Meloni ha definitivamente affossato il progetto nel dicembre 2023, dopo quasi due anni di attesa. Un ostacolo significativo al rafforzamento dell’architettura finanziaria dell’Eurozona.