SVIZZERA – La Svizzera si prepara a ricoprire per la terza volta la presidenza dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) nel 2026, un ruolo strategico che rafforza la sua posizione sulla scena internazionale. Il Consiglio federale ha già definito le priorità per questa presidenza e ha approvato il budget necessario per l’organizzazione e la sicurezza della Conferenza Ministeriale dell’OSCE, l’evento annuale che riunisce i rappresentanti dei 57 Stati membri. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), con la conferma del Consigliere federale Ignazio Cassis, ha scelto Lugano come sede della Conferenza a inizio dicembre 2026. Questa decisione, presa in consultazione con le autorità cantonali e cittadine, valorizza il Canton Ticino e permette di capitalizzare l’esperienza acquisita con la Ukraine Recovery Conference (URC) del 2022, dimostrando la capacità della Svizzera di ospitare eventi di rilievo e di fungere da ponte tra diverse lingue e culture in un contesto geopolitico complesso.
Il punto sull’attualità internazionale
L’incontro tra il capo del DFAE e il Consiglio di Stato ticinese ha rappresentato anche un’occasione per discutere temi di interesse comune, tra cui la promozione dell’italianità, del plurilinguismo e della coesione nazionale. Si è affrontato il tema degli aiuti supplementari destinati alle regioni colpite dal maltempo in Ticino, Grigioni e Vallese, e si è fatto il punto sulla presenza di italofoni in gremi parastatali e commissioni extraparlamentari. Un’attenzione particolare è stata rivolta al progetto “Piccolo Erasmus“, che favorisce lo scambio di personale tra l’amministrazione federale e quella cantonale. Questi temi sottolineano l’impegno della Svizzera nel rafforzare i legami interni e valorizzare la propria diversità linguistica e culturale, elementi che saranno cruciali anche durante la presidenza OSCE per promuovere il dialogo e la cooperazione a livello internazionale.