STILE – L’Informale, una corrente artistica che si diffuse in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu una risposta diretta all’orrore del conflitto e alla crisi dei valori tradizionali. Questo movimento, che si sviluppò in parallelo con l’Espressionismo Astratto americano, si propose di abbandonare ogni forma di rappresentazione e di geometria per esplorare un’arte fatta di puro gesto, di materia e di emozione. Artisti come Jean Dubuffet, Jean Fautrier e Alberto Burri utilizzarono materiali non convenzionali come sabbia, terra, catrame e sacchi di iuta per creare opere che fossero l’espressione diretta e viscerale del loro stato d’animo.
La registrazione di un’azione
L’Informale non era interessato alla bellezza, ma all’autenticità. La pittura non era più una rappresentazione, ma una registrazione di un’azione, un’impronta di un’esperienza. L’artista era un mediatore tra il suo mondo interiore e la materia, dando forma a un’espressione che era al tempo stesso fragile e potente. Il movimento ha avuto un impatto enorme sull’arte contemporanea, influenzando l’Action Painting, la scultura moderna e l’arte povera. Ha dimostrato che l’arte può nascere dalla crisi, che la bellezza può essere trovata nel caos. Nella sua spontaneità, può essere la forma più autentica di espressione. L’opera di Alberto Burri, ad esempio, con le sue tele lacerate e ricucite, parla di ferite e di riparazione, dando alla materia una voce. Per narrare la storia di un mondo distrutto. Questo focus sull’autenticità del gesto e sul potere espressivo dei materiali non tradizionali creò un terreno fertile per i movimenti successivi. In particolare per l’Arte Povera, con cui l’Informale condivise una fascinazione per i materiali umili e una critica alla società dei consumi.














