BRUXELLES – Dimenticate la retorica su «autonomia strategica» e «difesa dell’interesse europeo»: la nuova dichiarazione congiunta sancisce un drastico tetto unico del 15 % sui dazi statunitensi per la maggior parte delle esportazioni europee, compresi auto, farmaci, semiconduttori e legname .
Ecco il menu completo dell’accordo:
- Tariffe allineate al 15 % — Il nuovo regime prevede, per quasi tutte le merci dall’UE agli USA, un dazio massimo del 15 %; chi già paga un’aliquota MFN (nazione più favorita) pari o superiore al 15 % non subirà alcun rincaro aggiuntivo .
- Champions esclusi — Sughero, aeromobili e relative parti, farmaci generici e precursori chimici saranno tassati solo con il MFN (senza il supplementare “reciprocal tariff”), a partire dal 1° settembre 2025 .
- Auto & co. in stallo tattico — I dazi sulle auto (oggi al 25 %) scenderanno al 15 % solo quando l’UE presenterà un disegno di legge per ridurre i suoi dazi sugli industriali USA; e l’effetto sarà retroattivo al 1° agosto 2025 .
- Bomba energetica e digitale — L’UE si impegna a importare 750 miliardi di dollari di energia americana (GNL, petrolio, nucleare) entro il 2028 e a comprare almeno 40 miliardi in chip per l’AI, rafforzando i propri data center e tagliando i legami asiatici .
- Un oceano di investimenti — Le aziende europee investiranno 600 miliardi di dollari in settori strategici USA entro il 2028, un colpo grosso per la cooperazione transatlantica .
- Difesa sul piatto — L’UE acquisterà equipaggiamento militare statunitense per rafforzare la interoperabilità NATO e modernizzare i suoi arsenali .
- Normative ferme — Bruxelles ha escluso ogni deroga normativa: né CBAM (carbon tax di confine) né CS-DDD (due diligence aziendale) saranno sospesi—il massimo della fermezza sull’autonomia regolatoria europea .
- Wine & spirits: bocciati al momento — Nemmeno uno sconto sul vino: l’agroalimentare (vino, alcolici, birra) resta fuori dal 15 % e sarà oggetto di futuri negoziati… se e quando gli USA lo permetteranno .
“L’Europa ha fatto il pieno… di fatture”
Se cercavate un “colpo diplomatico”, qui abbiamo qualcosa di diverso: l’UE non ha ottenuto sconti, bonus o clause segrete: ha accettato un caro biglietto d’ingresso con tariffe alte, ma ha strappato impegni miliardari in chip, energia, investimenti e armamenti. Al posto di una vittoria glamour, ora abbiamo… una montagna di fatture da pagare.