SVIZZERA – L’Ufficio federale delle abitazioni lancia un allarme sul mercato dell’alloggio in Svizzera, descrivendo una “situazione tesa” senza prospettive di rapido miglioramento. La carenza di case è il fulcro del problema: si prevede che l’attività edilizia nei prossimi due anni non riuscirà a compensare la crescita delle economie domestiche. Questa dinamica è destinata ad aggravare le difficoltà soprattutto per le famiglie a basso reddito e il ceto medio inferiore, che vedono peggiorare drasticamente le proprie condizioni abitative. La pressione è così intensa da estendersi anche alle regioni montane. Comprare casa è diventato un miraggio per molti nuovi potenziali acquirenti a causa dell’aumento dei costi degli alloggi, il che si traduce in una maggiore domanda e, di conseguenza, in ulteriore pressione sul mercato della locazione. L’UFAB evidenzia come l’obiettivo di diventare proprietari si allontani sempre più, spingendo una fascia crescente della popolazione a dipendere dall’affitto. Sebbene a livello nazionale l’80% circa degli alloggi locati sia ancora considerato abbordabile per circa l’80% degli inquilini con potere d’acquisto medio-basso, questa statistica non regge per i centri urbani nevralgici come Ginevra, Losanna, Basilea, Lucerna e Zurigo, dove l’accessibilità è un problema molto più marcato.
Prezzi alle stelle e impatto sociale della carenza
La ridotta offerta di nuove costruzioni rispetto alla domanda crescente è la principale responsabile dell’impennata dei canoni di locazione. Questa disparità crea una notevole iniquità, dove la possibilità di abitare in modo dignitoso, soprattutto nei poli economici e demografici, è riservata a fasce sempre più ristrette. Il risultato è un mercato che penalizza non solo la mobilità sociale, ma rischia di aumentare il divario tra chi può permettersi i prezzi correnti e chi è costretto a migrare verso aree meno servite o ad accettare standard abitativi inferiori. Per contrastare questa spirale, il settore pubblico e i privati dovranno collaborare per invertire la tendenza edilizia e aumentare l’offerta di alloggi a pigione moderata, concentrandosi sulla densificazione e sulla velocità di costruzione. L’impatto di questa situazione tesa va oltre la sfera economica, toccando la qualità della vita e la coesione sociale. È fondamentale che vengano implementate soluzioni strutturali che non si limitino a tamponare l’emergenza, ma che agiscano sulle cause profonde della carenza e dell’inaccessibilità. Senza un incremento significativo dell’offerta abitativa che tenga conto delle esigenze del ceto medio e basso, e senza politiche che favoriscano la proprietà e l’affitto a prezzi accessibili anche nelle città più richieste, la crisi continuerà a minare la stabilità economica e sociale del Paese.