BERNA – All’Esercito svizzero 11,7 miliardi di Franchi in meno: nuovi investimenti nel 2040.
MENO FINANZE ALL’ESERCITO
L’esercito concentra i suoi sforzi sul rafforzamento della capacità di difesa, ciò vale anche per il settore delle finanze. La concentrazione degli sforzi sulla prontezza in vista di eventuali impieghi e il maggior orientamento dell’esercito alla difesa pongono l’esercito di fronte a sfide anche finanziarie. In questo ambito l’esercito sta reagendo su tre livelli: conseguenze del rinvio al 2035 dell’aumento previsto del budget dell’esercito all’1 per cento del PIL nonché dell’adozione di un aumento non lineare; disponibilità di liquidità nel tempo e incremento delle spese di funzionamento ricorrenti a ritmo annuale. In seguito alla decisione dell’Assemblea federale, adottata dalle Camere nel dicembre 2023, di frenare l’aumento delle spese negli anni 2024–2027 e di rinviare al 2035 il previsto aumento del budget dell’esercito all’1 per cento del PIL, sono venuti a mancare all’Esercito svizzero circa 11,7 miliardi di franchi rispetto a quanto pianificato nel «Preventivo 2023». La realizzazione della prima fase di ammodernamento (rafforzamento della capacità di difesa) slitterà pertanto agli anni 2040.
PER LE TRUPPE DI TERRA
A ciò si aggiunge che nei prossimi anni diversi sistemi delle truppe di terra giungeranno al termine della loro durata di utilizzazione, come illustrato dall’esercito nel suo rapporto di base «Il futuro delle truppe di terra» del 2019. Se il rinnovamento dell’artiglieria e il prolungamento della durata di utilizzazione dei carri armati 87 Leopard non saranno finanziabili per tempo, è possibile un venir meno delle Forze terrestri e delle loro truppe meccanizzate. Il pagamento di crediti d’impegno approvati nel quadro dei programmi d’armamento è di regola scaglionato sull’arco di diversi anni. In questo modo si ottiene una maggiore flessibilità a livello di liquidità e si evitano residui di credito alla fine dell’anno. Per l’anno 2025 e fino al 2028 sarà necessario svolgere ulteriori trattative con i fornitori e trovare soluzioni per un frazionamento dei pagamenti. Nel peggiore dei casi potrebbero verificarsi ritardi nelle forniture e nella realizzazione di progetti. Di conseguenza, soltanto all’inizio degli anni 2030 saranno di nuovo possibili ulteriori investimenti nel rafforzamento della capacità di difesa.