MONDO – Nato con il Trattato di Washington del 1949, l’Art. 5 è la clausola che fa tremare i dittatori: attaccare uno Stato membro significa attaccarli tutti. Eppure, la super-arma è stata usata una sola volta, dopo l’11 settembre, più come deterrente che come pugno sul tavolo. Oggi torna alla ribalta tra guerre e tensioni globali: invocarlo non vuol dire automaticamente far partire i carri armati, ma decidere insieme “come” reagire. Una formula vaga, geniale e per questo potentissima. Insomma: Art. 5 non è il bottone rosso, ma il reminder che la NATO non è un club di bridge.
Putin ha detto “niet”
Ieri, l’idea di offrire a Kiev garanzie “alla Art. 5” è stata stoppata dal Cremlino: Putin ha bocciato l’ipotesi senza troppi complimenti e chi sperava in una protezione stile NATO si è ritrovato con un pugno di mosche. In pratica, i volenterosi pronti a sventolare lo scudo collettivo sono rimasti col cerino in mano. Sembra comunque che un accordo sia stato raggiunto. Nei prossimi giorni dovremmo vedere organizzato il famoso trilaterale per la Pace.