LUGANO – Anutin Charnvirakul è stato eletto Primo Ministro della Thailandia con 331 voti favorevoli su 492 alla Camera dei Rappresentanti, ricevendo l’approvazione formale da parte del Re Vajiralongkorn. La sua nomina arriva dopo la destituzione della premier Paetongtarn Shinawatra, rimossa dalla Corte Costituzionale per violazioni etiche legate a una crisi diplomatica con la Cambogia. Anutin, 58 anni, è leader del partito Bhumjaithai, noto per aver promosso la legalizzazione della cannabis nel 2022 e per il suo ruolo da ministro della Salute durante la pandemia. La sua figura politica è sostenuta da un accordo con il Partito del Popolo, che lo ha appoggiato in cambio di nuove elezioni entro 120 giorni e una revisione della costituzione del 2017.
Ma chi è Anutin fuori dalla politica?
Proveniente da una delle famiglie più influenti del Paese, è figlio di Chavarat Charnvirakul, fondatore della Sino-Thai Engineering and Construction PCL (STECON), colosso delle infrastrutture pubbliche. Anutin ha ricoperto ruoli dirigenziali nell’azienda fino al 2004, quando ha lasciato la guida operativa per dedicarsi alla carriera politica. Pur non essendo più presidente né azionista di controllo, mantiene legami familiari e una forte influenza indiretta sul gruppo. Il termine “magnate” gli è attribuito per il suo passato imprenditoriale e per il peso economico della sua famiglia, ma non figura attualmente nella lista Forbes dei miliardari. La sua ricchezza è stimata come elevata, ma non al livello dei grandi tycoon asiatici. Con un profilo che unisce potere politico, radici industriali e abilità negoziale, Anutin Charnvirakul si presenta come un leader pragmatico in un Paese diviso tra monarchia, esercito e spinte democratiche. Il suo governo sarà osservato con attenzione, soprattutto per le riforme promesse e la gestione delle tensioni regionali.