CITTÀ DEL VATICANO – La domanda su chi possa essere eletto Papa affonda le radici in secoli di tradizione e diritto canonico, rivelando un processo al contempo rigoroso e aperto a possibilità teoriche. Tecnicamente, le porte del soglio di Pietro non sono sbarrate a ogni fedele di sesso maschile che abbia ricevuto il battesimo. Questa apertura, tuttavia, si scontra con una prassi consolidata nel corso dei secoli. Nella realtà dei fatti, la scelta del nuovo Pontefice ricade invariabilmente sui membri del Collegio Cardinalizio. Questi alti prelati, già insigniti della porpora cardinalizia, rappresentano l’élite della Chiesa cattolica e sono coloro che, riuniti in Conclave, hanno il compito di discernere e votare il successore di Pietro. Questa consuetudine affonda le sue radici in ragioni storiche e pratiche, legate alla necessità di eleggere un individuo già profondamente immerso nelle dinamiche e nelle sfide della Chiesa universale.
L’elezione del papa
Pur rimanendo valida la possibilità teorica di eleggere un uomo battezzato al di fuori del Collegio Cardinalizio, un simile evento rappresenterebbe una svolta storica di proporzioni epocali. In tal caso, qualora l’eletto non avesse già ricevuto l’ordinazione episcopale, il diritto canonico prevede che debba essere consacrato Vescovo immediatamente prima di poter assumere pienamente l’ufficio petrino. Questo passaggio sottolinea l’importanza del ministero episcopale per il ruolo di Pastore universale della Chiesa cattolica. In sintesi, sebbene la lettera della legge canonica lasci uno spiraglio aperto a candidature esterne al Sacro Collegio, la prassi secolare e le esigenze del governo della Chiesa rendono l’elezione di un Cardinale l’esito quasi certo di ogni Conclave.