EUROPA – Cipro continua a rappresentare una delle questioni geopolitiche più complesse del Mediterraneo orientale, con una divisione che perdura da cinquant’anni e che sembra ancora lontana da una soluzione definitiva. La divisione di Cipro risale al 1974, quando un colpo di Stato sostenuto dalla Grecia scatenò l’intervento militare turco, creando una frattura che ha separato l’isola in due entità distinte: la Repubblica di Cipro a guida greco-cipriota nel sud, riconosciuta internazionalmente e membro dell’Unione Europea, e l’autodichiarata “Repubblica Turca di Cipro del Nord” nel settore settentrionale, riconosciuta solo dalla Turchia e sotto presenza militare turca. Questa questione cipriota rappresenta non solo una ferita aperta nel cuore del Mediterraneo, ma anche un ostacolo significativo per le relazioni tra Grecia e Turchia e per l’integrazione europea nella regione.
Le sfide contemporanee per la riunificazione dell’isola
Nonostante i recenti tentativi di riavviare il dialogo sotto l’egida delle Nazioni Unite, le prospettive di riunificazione di Cipro rimangono complesse e incerte. La nuova generazione di ciprioti, sia greci che turchi, mostra una crescente volontà di superare le divisioni del passato, ma si scontra con ostacoli politici e istituzionali che sembrano cristallizzarsi nel tempo. La parte settentrionale dell’isola, non riconosciuta dalla comunità internazionale, vive in una condizione di limbo giuridico che favorisce fenomeni di corruzione e traffici illegali, mentre i cittadini turco-ciprioti, pur essendo tecnicamente cittadini europei, non possono godere pienamente dei diritti garantiti dall’appartenenza all’UE. La soluzione federale bi-zonale e bi-comunale, a lungo considerata la via più praticabile per la pace a Cipro, incontra oggi nuove resistenze da parte turco-cipriota, che richiede il riconoscimento della pari sovranità come prerequisito per qualsiasi negoziato futuro, una posizione che la comunità internazionale difficilmente potrà accettare.