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Elezioni in Repubblica Ceca: Babiš ruggisce, in Europa si stacca un altro pezzo

EUROPA – Praga ha votato, e il verdetto è chiaro: Andrej Babiš è tornato come forza dominante. Il suo partito, l’ANO  (Partito dei cittadini insoddisfatti), ha ottenuto circa il 38% dei voti, sconfiggendo con ampio margine la coalizione filo-europeista Spolu, che si è fermata intorno al 20%. Una bella sconfitta.

Ma ANO non ha raggiunto la maggioranza assoluta, e ora è tempo di alleanze: potenziali partner sono la destra nazionalista/far-right come lo SPD (Freedom and Direct Democracy), e il partito dei Motorists (Motoristé sobě).

Cosa cambia davvero — Politica interna ed estera

  • Sul fronte economico e sociale, la campagna di Babiš ha fatto leva sul malessere diffuso: inflazione, energia costosa, reddito reale stagnante. Promesse chiave: taglio delle tasse, pensioni più alte, sussidi o agevolazioni per giovani famiglie.
  • Sul piano internazionale, il ritorno di Babiš è visto con preoccupazione a Bruxelles e Kiev. ANO mantiene una posizione più euroscettica rispetto al governo uscente, è contrario alle quote migratorie dell’UE e ha criticato il sostegno militare ceco all’Ucraina.
    Tuttavia, Babiš ha negato che l’obiettivo sia uscire da NATO o UE, almeno ufficialmente.
  • Anche se ANO potrebbe formare un governo con SPD e Motorists, non è chiaro quanto stabile potrà essere la coalizione, dal momento che alcune forze politiche e istituzioni (incluso il presidente Petr Pavel) avvertono che certi estremismi non saranno accettati nei posti chiave.

Reazioni internazionali e scenari futuri

  • A Bruxelles si guarda con preoccupazione: un governo guidato da Babiš più “morbido” sulle posizioni europee potrebbe rallentare decisioni su Ucraina, sanzioni, migrazione, Green Deal.
  • Mosca osserva con interesse, ma non è chiaro se possa concretamente guadagnare molto dal nuovo allineamento ceco. La retorica conta, ma i vincoli economici e istituzionali europei restano forti.
  • All’interno della Repubblica Ceca, il prossimo governo dovrà gestire un equilibrio delicato: mantenere le promesse sociali fatte in campagna elettorale, ma anche funzionare in un contesto europeo e occidentale, senza isolarsi o compromettere fondi, investimenti, rapporti con l’UE.

Il ritorno di Babiš non è una sorpresa del tutto imprevista, ma il suo margine e le coalizioni che potrebbe costruire lo rendono “scomodo” per l’UE. Babiš sarà in grado di cambiare seriamente il profilo della Repubblica Ceca in Europa.

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