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giovedì 27 Marzo 2025

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Gli svizzeri sono preoccupati per reddito e salute, ma aumentano i timori legati al contesto geopolitico e al cambiamento climatico

GLI SVIZZERI E IL REDDITO

SVIZZERA – Gli svizzeri sono preoccupati per reddito e salute, ma aumentano i timori legati al contesto geopolitico e al cambiamento climatico. Otto svizzeri su dieci temono per il proprio potere d’acquisto, molto più della media europea (73%). Rimane il timore di malattie gravi (70%) e croniche (68%). Le donne percepiscono maggiormente tutti i rischi: salute, lavoro, economia e sicurezza. Quasi due svizzeri su tre si sentono protetti. Molti vorrebbero più tutele in caso di malattie gravi, perdita del lavoro, incidenti e catastrofi naturali. Ritrovata la propensione a chiedere prestiti per acquistare una casa o un’auto. Aumenta l’interesse per le polizze di protezione del credito (20%, +4 punti sul 2021) vista come una soluzione utile per sostenere i progetti personali che richiedono finanziamenti. Potere d’acquisto ridotto, conflitti, cambiamento climatico. Con il mondo in ripresa dalla pandemia, gli svizzeri devono fronteggiare nuove e vecchie preoccupazioni che li rendono generalmente più insicuri rispetto alla media europea. Ritorna, invece, la propensione a chiedere prestiti e mutui, per acquistare una casa o un’auto, e aumenta la percentuale di chi vuole sottoscrivere polizze per la protezione del credito. In generale, le donne si sentono più esposte ai rischi a livello economico, sociale e sotto il profilo della salute. È quanto emerge dai risultati italiani della nuova indagine condotta da BNP Paribas Cardif, tra le principali compagnie assicurative, in collaborazione con Ipsos, su un campione di 21mila persone in ventuno paesi di tre continenti.

LE PREOCCUPAZIONI DALLA SFERA ECONOMICA ALLA SALUTE

Gli svizzeri sono più preoccupati degli altri cittadini UE per la contrazione del loro potere d’acquisto (81% contro il 73% europeo), per il cambiamento climatico (78% contro 72%) e altri aspetti economici come l’aumento dei tassi d’interesse (73% contro 62%) e la disoccupazione (71% contro 60%). Il 46% dei cittadini, in linea con la media europea (45%), si sente particolarmente esposto al rischio di riduzione delle entrate. Considerando invece i timori “personali”, se la perdita di reddito (74%), le malattie gravi (70%) e quelle croniche (68%) rimangono tra le più citate, colpisce l’impennata di preoccupazioni ritenute finora “minori”. Nel confronto con il 2021, la paura di incidenti è balzata di +7 punti percentuali (69%), quella legata a disabilità di 8 punti. Aumenti a doppia cifra anche per il furto di dati personali via internet (65%, +8 p.p. sul 2021) e i furti d’auto (61%, +8 p.p.). Altre paure secondarie sono in aumento come, ad esempio, quelle relative alla violenza in caso di aggressione o attacco (rispettivamente +3 p.p. sul 2021) e alle catastrofi naturali (+4 p.p. sul 2021). D’altra parte, gli italiani sono fiduciosi sul fronte del lavoro: sono in netto calo rispetto al 2021 coloro che temono di perderlo (58%, -8 p.p.). Le donne sono più preoccupate degli uomini in tutti gli ambiti. In particolare, la paura di subire una riduzione del reddito colpisce il 78% delle donne rispetto al 70% degli uomini. Evidenze simili emergono per le malattie gravi (77% contro 63%) e croniche (72% contro 61%). Molto marcate anche le differenze nelle paure e nella percezione dei rischi legati al contesto attuale come aggressioni (62% contro 49%), attentati terroristici (45% contro 31%) e perdita d’indipendenza (77% contro 62%).

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