EUROPA – Il Green Deal europeo, il programma ambizioso della Commissione von der Leyen per rendere l’UE la prima zona al mondo a impatto climatico zero entro il 2050, si scontra con un inedito stallo parlamentare. La commissione ambiente del Parlamento europeo non ĆØ riuscita a trovare una maggioranza per approvare la propria posizione sul progetto di regolamento per il ripristino degli ecosistemi, uno dei pilastri fondamentali della strategia verde comunitaria. Il blocco, emerso con due voti in paritĆ di 44 contro 44, rappresenta una paralisi senza precedenti per l’istituzione europea, che per la prima volta si trova incapace di decidere su una normativa centrale del Green Deal. La controversia ha diviso nettamente il Parlamento: da un lato il Partito Popolare Europeo, parte dei liberali e la destra chiedono il ritiro completo della proposta, dall’altro i gruppi di sinistra dell’Emiciclo spingono per l’avanzamento del regolamento che mira a ripristinare almeno il 20% delle aree naturali terrestri e marittime dell’UE entro il 2030.
Stop del Parlamento Europeo alle norme
La battaglia politica, caratterizzata dall’esame di oltre 2.500 emendamenti votati “sul filo di lana”, riflette le profonde divisioni esistenti non solo a livello parlamentare ma anche tra gli Stati membri. L’Italia, guidata dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, si ĆØ opposta fermamente insieme ad altri sei Paesi quando i ministri UE hanno dato l’orientamento generale a maggioranza strettissima, considerando le riserve espresse “fondate e condivise”. Il futuro del regolamento rimane incerto, con la resa dei conti rimandata alla sessione plenaria di Strasburgo, programmata per luglio o posticipata a settembre secondo alcune fonti popolari. Questo stallo rischia di compromettere uno degli strumenti legislativi più importanti per contrastare la perdita di biodiversitĆ e combattere il cambiamento climatico, evidenziando le crescenti difficoltĆ dell’Unione Europea nel trovare un consenso sulle politiche ambientali più ambiziose, nonostante l’urgenza della crisi ecologica.