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LONDRA, Regno Unito - La Chiesa d’Inghilterra ha nominato Sarah Mullally, 63 anni, come nuovo Arcivescovo di Canterbury, rendendola la prima donna a ricoprire...

Lagarde: ā€œL’euro digitale sarĆ  pronto entro il 2027ā€

CRYPTO - Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea (BCE), ha annunciato che l’euro digitale potrebbe essere operativo giĆ  nel 2027. In un’intervista all’emittente...

Guerra in Iran, quattro possibili scenari sui mercati

LUGANO – Mercati,Ā Alessio Garzone, portfolio manager diĀ  Gamma Capital Markets, analizza quattro possibili scenari, e le probabilitĆ , sulla nuova guerra mediorientale in Iran.

  • Ritorsione simbolica + ritorno al negoziato → 40%. Teheran potrebbe rispondere con attacchi limitati (per salvare la faccia) e poi sedersi a un nuovo tavolo negoziale, magari sotto pressione russa o cinese. Sarebbe una mossa per guadagnare tempo, preservando il potere interno senza rischiare una guerra diretta.
  • Escalation militare con gli USA → 25%. Se l’Iran decidesse di colpire le basi militari americane nella regione, si aprirebbe una guerra su scala più ampia. Gli Stati Uniti – giĆ  coinvolti indirettamente – reagirebbero con forza, scatenando una risposta devastante. Sarebbe un salto di qualitĆ  nella crisi, e l’unico scenario in grado di generare un sell-off violento sui mercati globali. Al momento, però, questa possibilitĆ  non appare la più probabile: Washington mantiene una posizione ambigua, evitando accuratamente un coinvolgimento diretto.
  • Accelerazione verso la bomba atomica (uscita dal TNP) → 20%. Il regime potrebbe uscire dal Trattato di Non Proliferazione (TNP) e lanciarsi in una corsa disperata verso l’arma nucleare. Questo provocherebbe quasi certamente un attacco preventivo da parte di Israele (o una coalizione NATO). ƈ uno scenario ad altissimo rischio.
  • Implosione interna / guerra civile → 15%. La crisi militare e l’umiliazione internazionale potrebbero rafforzare il malcontento interno. Il collasso dell’apparato repressivo aprirebbe la strada a rivolte, proteste di massa e possibili spaccature dentro lo stesso regime. ƈ lo scenario più ā€œestremoā€, ma non più impensabile. Difficile che Israele riesca davvero a vincere una guerra convenzionale: l’Iran ha un esercito vasto, numericamente imponente e ancora in piedi. Ma Israele può colpire dove il regime ĆØ più fragile: dentro. L’obiettivo ĆØ spingere l’Iran verso la crisi interna, favorire una destabilizzazione, e — forse — un cambio di regime per implosione. Una guerra civile, più che una vittoria militare.

Le percentuali sono ovviamente indicative, ma un fatto ĆØ certo: la stabilitĆ  dell’Iran oggi ĆØ al livello più basso degli ultimi decenni. Chi ha sempre pensato all’Iran come a un attore razionale e stabile in mezzo al caos regionale deve aggiornare la propria mappa di rischio.

E i mercati?

  • Petrolio – Il rischio di un salto parabolico non ĆØ ancora scontato nei prezzi. Se lo Stretto di Hormuz – da cui passa quasi il 20% dell’offerta globale – venisse bloccato anche solo per 5 giorni, l’effetto sarebbe devastante: interruzioni logistiche, rincaro immediato dei costi industriali e un’inflazione da shock esogeno.
  • Oro – Ha rotto nuovi massimi sopra i 3.400 $/oz. ƈ il vero termometro del rischio sistemico. Le banche centrali, soprattutto la Cina, stanno acquistando molto più di quanto dichiarano ufficialmente. La dedollarizzazione silenziosa passa anche da qui.
  • VIX – Tornato sopra quota 20, segnala un regime di volatilitĆ  in fase di transizione. Ma l’equity volatility ĆØ ancora compressa: una disconnessione da monitorare con attenzione.
  • S&P500 – Ancora in laterale, ma sempre più fragile. Il vero rischio ĆØ il ā€œdoppio vincolo Fedā€: con il petrolio in rialzo e la volatilitĆ  in ripresa, ogni taglio dei tassi diventa più difficile da giustificare. La narrazione di un soft landing con disinflazione perde forza ogni giorno.
  • Flussi – La compiacenza ĆØ evidente. Le MAG7 sono tornate sotto pressione, mentre si vedono rotazioni verso difesa, metalli industriali, materie prime, e in alcuni casi energy mid-cap. ƈ una dinamica che va letta non solo come risk-off, ma come early repositioning in uno scenario dove la geopolitica detta le rotte settoriali.

E ora?

Gli sviluppi sono ancora in corso. Tra un’ora potremmo vedere tutto ribaltato. Ma una cosa ĆØ chiara: oggi non ĆØ la solita crisi mediorientale. In un mondo che guarda i PMI e le guidance trimestrali, la vera price action si gioca su asset tangibili: energia, supply chain critiche, flussi valutari. Nella costruzione dell’asset allocation di oggi non ci si può più basare su un’allocazione cieca che si basa su scenari generici.

  • Bisogna imparare a pesare l’asimmetria.
  • Bisogna saper dove guardare quando i prezzi non lo dicono ancora.

Chi cerca rifugio nei dati macro, farebbe meglio a guardare i radar nel Golfo Persico. Per il resto — come diceva Eduardo — ā€œadda passĆ  ‘a nuttataā€. Ma questa, ĆØ una notte diversa.

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