In Francia grande sciopero contro la riforma delle pensioni del presidente Macron 

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PARIGI – In Francia grande sciopero contro la riforma delle pensioni del presidente Macron.

IN FRANCIA SCIOPERO CONTRO LA RIFORMA DELLE PENSIONI

Sciopero in Francia contro la riforma delle pensioni. Si tratta di un progetto che innalza l’età minima da 62 a 64 anni, fortemente voluto dal presidente Emmanuel Macron ma osteggiato dai francesi. E’ stata alta la partecipazione alla giornata di mobilitazione. A scendere in piazza in numerose città del paese pressoché tutte le sigle sindacali e i partiti del cartello delle sinistre. Jean Luc Melenchon, leader de la France Insoumise in marcia a Marsiglia, sottolinea l’importanza dell’unità sindacale a difesa delle pensioni, un elemento che non si riscontrava da vent’anni. Philippe Martinez, a capo del sindacato CGT, ha affermato che la mobilitazione riflette la massiccia  opposizione dei cittadini del Paese alla riforma.

LE PENSIONI IN EUROPA

Per valutare le differenze in Europa si parte da una premessa. Ci sono due età per la pensione. La minima e quella in base ai contributi per legge, ovviamente variabili, fino a quando l’uscita dal lavoro diventa obbligatoria. Per gli uomini, va dai 59 anni in Lituania ai 63,7 fissati in Germania; per le donne, dai 58 anni, sempre in Lituania, ai 63,7 in Germania; per entrambi, è di 62 anni in Italia come in Francia, Svezia, Portogallo, Norvegia, Grecia e Austria. In base alle tasse versate, la soglia è più variabile: per gli uomini, raggiunge i 52 anni in Turchia e i 67 in Norvegia e Islanda; per le donne, i 49 anni in Turchia, e i 67, la più alta, in Norvegia e Islanda.

L’età effettiva in Europa, è di 64,3 anni per gli uomini, e di 63,5 anni per le donne. L’uscita del lavoro è anticipata a 62 anni in Italia per le donne con almeno 20 anni di retribuzione, Lussemburgo e Slovenia, il dato in assoluto più vantaggioso, pur se in tutti i paesi  Italia compresa le regole sono in evoluzione con “quota 102”, uscite con 64 anni e 38 di contribuzione o “quota” 103 di fatto formata da 62 anni d’età e 41 anni di contributi, e altre alternative al vaglio in relazione anche alla aspettativa di vita che si è allungata. Tra il 1970 e il 2020, è passata da 12 a 19,5 anni dall’uscita dal mercato del lavoro.

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