EUROPA – L’Unione Europea compie un passo significativo verso una maggiore protezione dei propri interessi strategici, rafforzando il sistema di controllo sugli investimenti esteri diretti e indiretti. Il Parlamento Europeo ha infatti adottato il proprio mandato negoziale su un nuovo regolamento che introduce norme aggiornate per individuare e affrontare potenziali rischi per la sicurezza o l’ordine pubblico derivanti da acquisizioni da parte di soggetti extra-UE. La crescente preoccupazione per possibili acquisizioni ostili in settori chiave come i media, le materie prime critiche e le infrastrutture di trasporto ha spinto l’UE ad agire. L’obiettivo primario è garantire che gli investimenti stranieri non compromettano la stabilità e la sicurezza dell’Unione e dei suoi Stati membri. Il nuovo regolamento introduce importanti novità rispetto al quadro normativo attuale. In primo luogo, rende obbligatorio per gli Stati membri dotarsi di meccanismi nazionali di controllo sugli investimenti esteri.
Ecco il sistema di controllo degli investimenti esteri diretti
Questo segna un’evoluzione significativa, in quanto in precedenza tali meccanismi erano su base volontaria. L’armonizzazione delle procedure a livello nazionale è un altro elemento chiave, volto a garantire una maggiore coerenza e prevedibilità nel processo di valutazione degli investimenti. Un’altra novità di rilievo è il rafforzamento del ruolo della Commissione Europea. L’esecutivo comunitario avrà ora il potere di intervenire di propria iniziativa o in caso di disaccordo tra gli Stati membri in merito ai potenziali rischi per la sicurezza o l’ordine pubblico derivanti da uno specifico investimento estero. Questa prerogativa conferisce all’UE una maggiore capacità di oversight e di coordinamento, assicurando che le preoccupazioni a livello europeo siano adeguatamente prese in considerazione. L’ambito di applicazione del monitoraggio viene inoltre esteso per includere anche le operazioni all’interno dell’UE qualora l’investitore diretto sia di proprietà di persone fisiche o giuridiche di un Paese non membro dell’Unione.