EUROPA – La Commissione Europea respinge con fermezza le accuse di mancanza di trasparenza riguardo agli scambi di messaggi tra la presidente Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla. In vista della sentenza della Corte di giustizia dell’UE, attesa per mercoledƬ 14 maggio, l’esecutivo comunitario ribadisce che la trasparenza non ĆØ in discussione e che i messaggi in questione non contenevano informazioni rilevanti. L’attenzione mediatica e legale sui contratti per i vaccini anti-Covid, che includono Moderna, AstraZeneca, Novavax e in particolare Pfizer, ha spinto Bruxelles a voler disinnescare ogni polemica, sottolineando come la situazione pandemica fosse “senza precedenti” e richiedesse un approccio innovativo nella stipula di accordi per l’acquisto di vaccini, in assenza di una legislazione preesistente simile a quella di altri Paesi.
Per lāUe questo tipo di contratti Covid sono una situazione senza precedenti
Le tensioni e i malumori a Bruxelles sono palpabili, in quanto la Commissione si sente attaccata per una gestione che definisce inevitabile data l’emergenza sanitaria. Viene ricordato che, a differenza degli Stati Uniti dove esisteva giĆ una legislazione che permetteva al governo federale di dare prioritĆ alla produzione per le proprie esigenze, l’Unione Europea non disponeva di strumenti legali simili. Questo ha reso necessario “inventare” e “creare per l’occasione” i contratti relativi ai vaccini Covid, un processo che, seppur complesso, ĆØ stato sempre improntato alla massima buona fede. La Commissione continua a sostenere che la sua condotta sia stata irreprensibile, puntando a dimostrare come le accuse di opacitĆ siano infondate e non tengano conto delle straordinarie circostanze che hanno caratterizzato la pandemia.