EUROPA – I numeri diffusi da Eurostat per il 2024 dipingono un quadro preoccupante della situazione demografica europea: appena il 23,6% delle 202 milioni di famiglie presenti nell’Unione Europea ha almeno un figlio tra le mura domestiche. Questo significa che oltre tre famiglie su quattro (76,4%) non hanno bambini, una statistica che certifica la portata di una crisi demografica ormai strutturale che attraversa tutto il continente. La denatalità europea non è più solo un fenomeno congiunturale legato a specifici periodi storici, ma si è trasformata in una tendenza consolidata che mette a rischio il futuro stesso dell’Unione, con implicazioni profonde per i sistemi pensionistici, il mercato del lavoro e la sostenibilità del welfare state. Il dato più emblematico di questa situazione emerge paradossalmente dal paese che registra le performance migliori in termini di natalità: la Slovacchia.
Le cause profonde di una trasformazione sociale europea
Anche nel paese che guida la classifica europea per percentuale di famiglie con figli, solo il 35,6% dei nuclei familiari ha prole, il che significa che comunque due terzi delle famiglie slovacche non hanno bambini. Se questo è il risultato del paese “virtuoso”, la dimensione della crisi demografica europea appare in tutta la sua gravità. L’Italia si posiziona ben al di sotto della già modesta media europea, confermandosi tra i paesi con i tassi di natalità più bassi del continente, una situazione che riflette problematiche sistemiche legate all’instabilità economica, alla precarietà lavorativa giovanile, ai costi elevati per il mantenimento dei figli e alla carenza di politiche familiari adeguate. La drastica riduzione delle nascite nell’Unione Europea non può essere spiegata con un singolo fattore, ma rappresenta il risultato di una complessa trasformazione sociale, economica e culturale che ha investito il continente negli ultimi decenni. Tra le cause principali emerge l’instabilità economica strutturale che caratterizza molti paesi europei, con mercati del lavoro sempre più precari che rendono difficile per le giovani coppie pianificare un futuro familiare stabile. La crescente partecipazione femminile al mercato del lavoro, pur rappresentando un importante conquista in termini di parità di genere, ha coinciso con l’assenza di politiche di conciliazione vita-lavoro adeguate, costringendo molte donne a scegliere tra carriera e maternità. Inoltre, l’aumento dei costi per l’educazione, l’assistenza sanitaria e il mantenimento dei figli ha reso la genitorialità un lusso che molte famiglie non possono permettersi, soprattutto nelle aree urbane dove i prezzi degli immobili sono schizzati alle stelle.