ECONOMIA – La navigazione sul Mar Rosso è diminuita del 76%, nuovo passaggio al Capo di Buona Speranza.
I COSTI DI TRASPORTO VIA MARE
Il Mar Rosso è una rotta che rappresenta il 30% del traffico mondiale di container; da inizio anno, il numero di navi in transito è diminuito del 76%, mentre il volume delle spedizioni intorno al Capo di Buona Speranza è aumentato del 193%. Negli ultimi sei mesi, il fatturato delle aziende colpite dalla crisi del Mar Rosso è diminuito del 14,2% rispetto al semestre precedente. Il 5,5% delle aziende è stato costretto a ridurre significativamente o addirittura a cancellare gli investimenti previsti per il 2024 a causa della crisi del Mar Rosso. L’aumento medio dei costi – stimato dalle aziende – è del +19% rispetto al periodo pre-crisi: i settori più interessati sono l’energia, la chimica, l’agroalimentare e la metallurgia. Il 30% delle aziende ha già preso in considerazione possibili alternative per evitare le difficoltà logistiche. Allianz Trade ha pubblicato un Rapporto dal titolo “La crisi nel Mar Rosso: effetti sulle imprese italiane e sul commercio internazionale”. Si tratta di un’indagine svolta a marzo su un campione di 500 esportatori italiani, in collaborazione con Format Research, istituto di ricerca specializzato nelle indagini sulle imprese. Scopo di questa ricerca è valutare le conseguenze della Crisi nel Mar Rosso che, dalla fine del 2023, ha innescato interruzioni nel settore dei trasporti marittimi. Le compagnie di navigazione sono state, infatti, costrette a optare per rotte più costose e dispendiose intorno all’Africa, per evitare i rischi nella regione del Mar Rosso.
IL MAR ROSSO VITALE PER L’EUROPA
Circa il 12% del petrolio trasportato via mare e l’8% del gas naturale liquefatto passano attraverso il Canale di Suez. Inoltre, gli attacchi hanno avuto un impatto notevole sul volume delle spedizioni. Da inizio anno il numero di navi portacontainer che attraversano lo Stretto di Bab-El-Mandeb e il Canale di Suez è stato rispettivamente inferiore del -76% e del -48% rispetto ai volumi normalmente registrati durante il periodo pre-bellico. Al contrario, il volume delle spedizioni intorno al Capo di Buona Speranza è aumentato del +193% nello stesso periodo. I prezzi di spedizione, in particolare le tariffe di trasporto dei container, sono inizialmente aumentati in modo significativo rispetto ai livelli di novembre 2023 +87% entro la fine di dicembre e +177% entro la fine di gennaio. Il 5,5% delle aziende è stato costretto a ridurre significativamente o addirittura a cancellare “completamente” gli investimenti previsti per il 2024 a causa della crisi del Mar Rosso. Il 51% delle aziende intervistate ha incontrato qualche tipo di difficoltà nel transito delle merci attraverso il Mar Rosso. Questo dato è più pronunciato tra le aziende dei settori della meccanica strumentale, dell’energia e della metallurgia. Il 56,4% delle aziende ritiene che i costi (spedizione, import/export/transito) aumenteranno a causa delle difficoltà di transito attraverso il Canale di Suez. I settori dell’energia, della chimica, dell’agroalimentare e della metallurgia sono i più preoccupati. L’aumento medio dei costi stimato dalle aziende è del +19% rispetto al periodo pre-crisi.














