SVIZZERA – La Svizzera ha preso atto delle osservazioni formulate dal gruppo di lavoro dell’OCSE sulla corruzione, durante la missione svoltasi a Berna il 16 e 17 giugno. Tale visita si inserisce nell’ambito del monitoraggio continuo dell’attuazione della Convenzione OCSE contro la corruzione di pubblici ufficiali stranieri, a cui la Svizzera aderisce dal 2000. L’OCSE ha riconosciuto l’impegno elvetico nella repressione della corruzione transnazionale, sottolineando in particolare il ruolo del Ministero pubblico della Confederazione e delle autorità cantonali. Tuttavia, ha raccomandato due riforme chiave: una maggiore tutela dei whistleblower nel settore privato e l’inasprimento delle sanzioni pecuniarie contro le imprese colpevoli.
In Svizzera
Le autorità svizzere hanno espresso apprezzamento per il dialogo costruttivo con la delegazione OCSE, guidata da Kathleen Roussel, e hanno confermato il proprio impegno nel rafforzare la lotta alla corruzione. Restano però delle sfide aperte, come la necessità di raggiungere un consenso politico sulla protezione dei segnalanti privati. Per quanto riguarda le sanzioni aziendali, la Svizzera privilegia un approccio fondato sulla confisca dei proventi illeciti, la cooperazione internazionale e un controllo mediatico attento. Il governo elvetico continuerà a collaborare attivamente con i partner internazionali per rispettare gli obblighi previsti dalla Convenzione OCSE e migliorare l’efficacia del proprio sistema anticorruzione.