L’IMPEGNO SVIZZERO IN SUDAN
BERNA – Dall’aprile del 2023 il Sudan è nella morsa di una guerra che ha disastrose conseguenze per la popolazione civile e che ha innescato una delle più gravi crisi umanitarie a livello mondiale. Nell’ambito dei suoi buoni uffici la Svizzera offre una piattaforma per colloqui diplomatici volti a trovare una soluzione alla crisi. Nelle scorse due settimane, in Svizzera si è formato un gruppo con lo scopo di portare avanti sforzi diplomatici a favore del Sudan. I membri fondatori del gruppo, denominato «Aligned for Advancing Life Saving and Peace in Sudan», sono l’Egitto, l’Arabia Saudita, la Svizzera, gli Emirati arabi uniti, gli Stati Uniti, l’Unione africana e le Nazioni Unite. Il gruppo ALPS si è posto l’obiettivo di elaborare proposte d’intervento concrete per le parti in conflitto, ponendo l’accento sulla protezione della popolazione civile e il miglioramento dell’assistenza umanitaria.
LA GUERRA
I colloqui si sono svolti su invito degli Stati Uniti. La Svizzera e l’Arabia Saudita hanno organizzato congiuntamente l’evento, basandosi sulla Dichiarazione di garanzia di Gedda, firmata nel maggio del 2023 da entrambe le parti in conflitto, ma mai attuata. Sulla base dei colloqui svoltisi in Svizzera, il gruppo ALPS continuerà il suo lavoro nelle prossime settimane e mesi. In Sudan – terzo Stato africano in termini di estensione, con una popolazione di circa 50 milioni di abitanti – imperversa un conflitto armato dall’aprile del 2023. I combattimenti in corso tra le Forze armate sudanesi e le milizie della «Rapid Support Forces» (RSF) hanno causato un numero elevato di vittime. Il conflitto ha provocato la più grande catastrofe umanitaria del mondo.