SVIZZERA – IlĀ Consiglio Federale Svizzero ha adottato un rapporto chiave sul ruolo delle lingue straniere nella formazione professionale (FP), confermando che l’introduzione di un insegnamento linguistico obbligatorio per tutte le professioni non ĆØ raccomandata. Attualmente, oltre il 50% degli apprendisti segue giĆ un corso di lingue obbligatorio, grazie alla combinazione di maturitĆ professionale, insegnamento bilingue e offerte volontarie, garantendo pari opportunitĆ e accesso al livello terziario. L’imposizione di un obbligo generalizzato, tuttavia, comprometterebbe l’approccio “bottom-up” consolidato della FP svizzera, dove sono le Organizzazioni del Mondo del Lavoro (OML) a definire i contenuti. Tale misura rischierebbe di indebolire la formazione pratica in azienda e di mettere in pericolo il raggiungimento degli obiettivi di politica formativa, come il traguardo del 95% di giovani con un titolo di livello secondario II.
Lingue straniere nella formazione professionale Svizzera
La Confederazione, i Cantoni e le OML continuano a promuovere l’apprendimento linguistico attraverso la revisione dei piani di formazione, programmi di scambio e l’estensione dell’insegnamento bilingue in collaborazione con la SUFFP. Nonostante l’aumento costante (dal 14% al 22% dal 2010) delle formazioni che includono lingue obbligatorie, il Consiglio Federale risponde al postulato 23.3694 del Consiglio Nazionale esortando OML e Cantoni a valutare l’integrazione di una seconda lingua nazionale o straniera in occasione delle revisioni dei piani esistenti, specialmente per la coesione nazionale. Si raccomanda, inoltre, di potenziare la sensibilizzazione e l’accesso ai corsi facoltativi e ai programmi di mobilitĆ , riconoscendo il contributo fondamentale delle aziende di tirocinio nell’investire sulle competenze linguistiche degli apprendisti.














