MERCATI: IL CALENDARIO ECONOMICO
di Fabrizio Quirighetti di DECALIA.
MERCATI – Il calendario economico dei mercati. Attività economica, inflazione, banche centrali e comunicati sugli utili… questa settimana ce ne sarà per tutti i gusti in ogni angolo dell’economia globale. Tra i principali comunicati-eventi, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti e la riunione della BCE (entrambe giovedì pomeriggio), ma anche gli ultimi dati sull’inflazione in Giappone e il PIL cinese del terzo trimestre (venerdì) inclusi gli indicatori di attività economica mensile (produzione industriale, vendite al dettaglio e investimenti fissi) per settembre. Infine, la stagione degli utili aziendali del terzo trimestre si intensificherà questa settimana, compresi diversi risultati bancari (Charles Schwab, BofA, MS, GS o Bancorp tra gli altri), alcune aziende di semiconduttori tecnologici basate sull’intelligenza artificiale (ASML, TSMC), nonché Netflix e alcune altre note blue chip dello S&P500 come UnitedHealth, Abbott, J&J o P&G. Un elenco non esaustivo dei principali comunicati sugli utili del Q3-2024 degli Stati Uniti durante la settimana è fornito in fondo a questo testo.
NEGLI STATI UNITI
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’attenzione sarà rivolta agli indicatori di attività di settembre, tra cui la stampa delle vendite al dettaglio insieme alla produzione industriale di giovedì, per valutare la performance dell’economia in vista della prossima riunione della Federal Reserve del 7 novembre. Il consenso prevede una crescita resiliente delle vendite al dettaglio, in ripresa rispetto ai piccoli guadagni di agosto (+0,1%), mentre la crescita della produzione industriale è prevista ferma a settembre dopo il +0,8% del mese precedente. Inoltre, avremo anche gli indici manifatturieri regionali di settembre (indice Empire State domani e Philadelphia Fed) come primi indizi sull’ISM statunitense pubblicati il 1° novembre, nonché gli avvii di costruzione di abitazioni e i permessi di costruzione venerdì. Si noti che domani è previsto l’indice IPC di settembre in Canada (la BoC ha già tagliato il tasso tre volte dello -0,25%, dal 5% al 4,25%, da giugno).
IN EUROPA
In Europa, l’evento clou della settimana sarà la riunione della BCE di giovedì. Il consenso prevede ora un taglio dei tassi di 25 punti base in seguito ai recenti dati sull’ inflazione inferiori alle attese, e al perdurare di indicatori di crescita più deboli e quindi deludenti. Si noti che questo taglio non era realmente nelle carte circa 4-6 settimane fa, dato che all’epoca la BCE stava piuttosto pianificando di allentare di 25 punti base una volta ogni due riunioni. Poco prima della riunione della BCE, verrà pubblicata la lettura finale dell’indice IPC dell’area euro per il mese di settembre (+1,8%), mentre la produzione industriale dell’area euro e l’indice tedesco ZEW Economic Sentiment sono attesi per domani. Nel Regno Unito, l’attenzione sarà rivolta all’indice ICP e IPP di settembre (mercoledì) in vista della prossima decisione della BoE del 7 novembre. Si prevede che l’inflazione complessiva rallenti all’1,8%, mentre quella di base dovrebbe attestarsi al 3,4%.
IN ASIA
Passando all’Asia, venerdì avremo l’ indice dei prezzi al consumo del Giappone. Il consenso prevede che l’inflazione annuale headline, core (esclusi i prodotti alimentari freschi) e core-core (esclusi i prodotti alimentari freschi e l’energia) rallenti verso il 2%, ma comunque leggermente al di sopra. Tuttavia, la Cina ruberà probabilmente la scena lo stesso giorno con la pubblicazione del PIL del terzo trimestre, tra i dubbi crescenti degli investitori sul fatto che il governo raggiungerà l’obiettivo di crescita del 5% quest’anno, nonché i consueti indicatori economici mensili (vendite al dettaglio, produzione industriale e investimenti fissi) per settembre.
IN CINA
Domenica il rapporto CPI cinese ha indicato che i prezzi sono rimasti invariati il mese scorso, portando a una diminuzione dell’inflazione annuale a +0,4% da +0,6% in agosto. La Cina sta ancora flirtando con una deflazione vera e propria poiché la deflazione dei prezzi alla produzione si è ulteriormente aggravata, da -1,8% a -2,8% a settembre, sulla scia del peggioramento della sovraccapacità produttiva. Ancora una volta, il Ministero delle finanze non ha fornito dettagli concreti su ulteriori stimoli fiscali questo fine settimana, ma si è impegnato ad aumentare la spesa fiscale nel quarto trimestre e ha accennato a un’espansione del deficit di bilancio anche il prossimo anno. Sebbene ciò dovrebbe fornire un certo supporto alla domanda interna e quindi contribuire ad alleviare le pressioni deflazionistiche a breve termine, la realtà è che le decisioni chiave in merito allo stimolo fiscale sono ancora in sospeso… Forse ne sapremo di più al prossimo Comitato permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, a fine mese. O forse no, se la Cina continuerà a giocare d’anticipo.














