MERCATI: IL CALENDARIO ECONOMICO
di Fabrizio Quirighetti di DECALIA.
MERCATI – Calendario economico. Crescita, inflazione e politica monetaria sono all’ordine del giorno questa settimana: oggi saranno pubblicati gli indici PMI flash di settembre nelle principali economie, venerdì il deflatore PCE core degli Stati Uniti per settembre e lo stesso giorno l’ indice CPI francese flash di ottobre , mentre sono attese le decisioni delle banche centrali in Australia (martedì), Svezia (mercoledì) e Svizzera (giovedì). Gli indici PMI flash pubblicati oggi forniranno preziose indicazioni sulle recenti tendenze della crescita globale: il settore manifatturiero mostrerà segnali di ripresa, soprattutto in Europa/Germania (gli indicatori manifatturieri sembrano in ripresa negli Stati Uniti ), oppure lo slancio nel settore dei servizi si attenuerà ulteriormente (restando comunque sopra la soglia di 50)? Inoltre, diversi indicatori di fiducia delle aziende e dei consumatori saranno pubblicati anche in Europa e negli Stati Uniti, come l’ IFO tedesco e il Conference Board Consumer statunitense domani.
NEL MONDO
Negli Stati Uniti, la pubblicazione più importante sarà l’indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve, ovvero il PCE core, in uscita venerdì insieme alle spese dei consumatori, al reddito e al tasso di risparmio per agosto. Il consenso prevede una crescita mensile dello +0,2% (come a luglio) per il core, mentre il titolo è previsto un po’ più debole allo 0,1%. In questo contesto, la crescita annuale dovrebbe salire al 2,7% ad agosto dal 2,6%, mentre il titolo scenderà al 2,3% dal 2,5%. Per quanto riguarda il reddito personale e i consumi, gli investitori puntano di nuovo a una solida crescita ad agosto rispettivamente dello +0,4% e dello +0,3% (dopo lo +0,3% e lo +0,5% di luglio). Ultimo ma non meno importante, le decisioni di politica monetaria di questa settimana includono la RBA australiana domani (che dovrebbe mantenere una posizione aggressiva mantenendo i tassi invariati al 4,35%), la Riksbank svedese mercoledì con un taglio accomodante di -25 punti base al 3,25% e la BNS svizzera giovedì per un terzo taglio di 25 punti base da marzo (o anche di più secondo alcuni economisti, poiché potrebbe essere l’ultimo), all’1% (o meno se la BNS dovesse fare il passo più lungo della gamba, piuttosto che aspettare, con un taglio massiccio), dato che l’inflazione non è un problema, mentre il problema della forza del CHF è già tornato.