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Speciale Iran: una Repubblica islamica fondata sul potere religioso

IRAN – L’Iran è una Repubblica islamica in cui la struttura politica è profondamente modellata dall’autorità religiosa, riflettendo una singolare combinazione tra ideologia islamica e principi repubblicani. La Rivoluzione islamica del 1979 ha segnato uno spartiacque nella storia del Paese, rovesciando la monarchia dello Shah e istituendo un sistema di governo guidato dal clero sciita. A capo della Repubblica islamica vi è la Guida suprema, figura religiosa con poteri sovrani sia sul piano politico che spirituale. L’attuale Guida, l’ayatollah Ali Khamenei, detiene un controllo esteso sulle principali istituzioni dello Stato, incluso il sistema giudiziario, le forze armate e i media pubblici. La Costituzione iraniana riflette questa centralità del potere religioso, combinando norme repubblicane, come il parlamento eletto, il Majles con l’applicazione della Sharia, che regola la vita civile e penale della popolazione in base ai precetti dell’Islam sciita.

Una Repubblica islamica fondata sul potere religioso

Un ruolo chiave nella vita politica e giuridica dell’Iran è rivestito dal Consiglio dei Guardiani della Costituzione, organo composto da 12 membri 6 religiosi nominati direttamente dalla Guida suprema e 6 giuristi scelti dal potere giudiziario e approvati dal Parlamento. La principale funzione del Consiglio è assicurare che tutte le leggi emanate siano conformi sia alla Costituzione sia ai principi islamici: la verifica dell’allineamento religioso spetta ai membri clericali, mentre quella costituzionale è esercitata collegialmente. Il Consiglio può influenzare profondamente la vita democratica del Paese, vagliando la validità delle candidature elettorali e limitando l’accesso alle cariche pubbliche a candidati considerati non idonei. Anche se l’Iran possiede una struttura elettorale, l’influenza del clero soprattutto attraverso istituzioni come il Consiglio dei Guardiani ne ridimensiona la democraticità effettiva, confermando il ruolo dominante dell’élite religiosa nell’orientare il destino del Paese.

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