IMPRESA – L’industria della plastica in Svizzera si trova al centro di un dibattito cruciale, che ne ridefinisce il ruolo in un’economia sempre più orientata alla sostenibilità. In questo contesto, l’industria della plastica rappresenta un pilastro strategico dell’industria, generando un fatturato significativo e sostenendo migliaia di posti di lavoro. L’importanza di questa catena del valore è innegabile, ma il suo futuro dipende dalla capacità di adattarsi a un quadro normativo in rapida evoluzione. Le recenti misure normative europee, infatti, stanno spingendo il settore verso un’economia più circolare, e l’imminente Pacchetto Industria Chimica rappresenta una sfida e un’opportunità per riequilibrare le ambizioni ecologiche con la fattibilità industriale. Per affrontare queste dinamiche, la Svizzera ha elaborato una strategia mirata, culminata nello studio “L’industria della plastica: strategia e piano d’azione per sostenere la competitività e la circolarità”. Questo documento aggiorna e approfondisce l’analisi già avviata nel 2022, fornendo una visione strategica ad alto livello sull’evoluzione del settore. L’obiettivo principale è identificare le strategie e le azioni chiave per rafforzare la competitività e la circolarità dell’intera catena del valore della plastica. L’approccio svizzero si concentra sulla necessità di un’azione coordinata che integri l’innovazione tecnologica, gli investimenti mirati e un quadro normativo favorevole. L’attenzione è rivolta non solo al recupero dei materiali, ma anche alla creazione di un ecosistema industriale in grado di generare valore aggiunto e mantenere la Svizzera come un attore di primo piano nel settore.
Innovazione e investimenti: la plastica
La transizione verso un’economia circolare per l’industria della plastica richiede un approccio innovativo e investimenti significativi. Lo studio svizzero mette in luce un aspetto fondamentale per il successo di questa strategia: la complementarietà tra riciclo meccanico e chimico. Il riciclo meccanico, pur essendo efficace per determinati tipi di rifiuti, non è sufficiente a coprire l’intera gamma di materiali plastici e le loro applicazioni. È qui che entra in gioco il riciclo chimico, un processo che può trattare rifiuti plastici complessi e contaminati, trasformandoli in materie prime di alta qualità, paragonabili a quelle vergini. L’integrazione di queste due tecnologie non solo aumenterebbe la percentuale di rifiuti trattati, ma migliorerebbe anche la qualità del materiale riciclato, rendendolo adatto per un’ampia varietà di applicazioni, anche quelle più esigenti. Secondo lo studio, investimenti per 2,6 miliardi di euro nel riciclo chimico permetterebbero di trattare fino al 13,6% dei rifiuti plastici nazionali. Se combinato con il riciclo meccanico, questo approccio potrebbe coprire fino al 70% del fabbisogno nazionale svizzero di materie prime entro il 2040. Questa strategia non solo risponde alle crescenti pressioni normative sulla sostenibilità, ma rafforza anche la competitività dell’industria svizzera, riducendo la dipendenza da materie prime vergini e creando nuove opportunità di business. In sintesi, la Svizzera sta puntando su una combinazione di tecnologie e investimenti per trasformare la sfida della circolarità in un’opportunità di crescita e innovazione sostenibile.