BARCELLONA – Il Centro di ricerca per una cultura di pace dell’UniversitĆ autonoma di Barcellona (UAB) lancia un severo monito: il mondo non ha mai conosciuto cosƬ tanti conflitti nell’ultimo decennio. Il suo Rapporto annuale evidenzia una crescita generalizzata delle tensioni internazionali, portando il numero dei conflitti armati a quota 37 nel 2024, con un’allarmante intensificazione della violenza nel 60% dei casi. L’Africa rimane l’epicentro con 17 conflitti, seguita da Asia e Pacifico (10) e Medio Oriente (6). Le cause sono radicate nel rifiuto dei sistemi socio-politici ed economici (73%), nelle questioni identitarie (59%) e nel controllo di risorse e territori (46%). Il quadro ĆØ aggravato da una diffusa violazione dei diritti umani, in particolare la violenza sessuale legata ai conflitti, aumentata del 50% nel 2023, che colpisce in modo sproporzionato donne e ragazze, soprattutto nei Paesi con bassi livelli di uguaglianza di genere.
Un report rileva un allarmante aumento dei conflitti globali
Nonostante l’oscuritĆ del panorama globale, il report UAB non rinuncia a indicare spiragli di pace, sottolineando cinque significative opportunitĆ di dialogo e negoziazione in contesti come la Repubblica Democratica del Congo-Rwanda e la Turchia-PKK. Tuttavia, la maggiore preoccupazione si sposta sull’Europa, con il rapporto che critica la svolta militarista dell’Unione Europea. Il piano di riarmo da oltre 800 miliardi di euro in quattro anni, favorito dalle pressioni NATO e dall’influenza dell’industria degli armamenti, sembra privilegiare la sicurezza militare a scapito delle vie non violente. Il report identifica chiaramente questa militarizzazione dell’UE come uno dei principali scenari di rischio per il futuro, invitando la comunitĆ internazionale a investire attivamente in quelle opportunitĆ di pace che, pur fragili, rappresentano l’unica vera alternativa all’escalation dei conflitti.