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Una rivoluzione d’ecologia integrale che ispirerà la Svizzera Italiana

SVIZZERA – Era il 24 maggio 2015 quando Papa Francesco firmò la sua seconda enciclica, Laudato si’, dedicata alla cura della casa comune, l’ambiente e l’umanità. Questo testo, il più significativo del suo pontificato, affonda le radici in una conversione personale del Papa e prende il titolo dal Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, un inno di lode e gratitudine verso il creato. Laudato si’ trascende il mero documento ecologico per proporsi come una proposta radicale di conversione culturale, spirituale e sociale. Il suo cuore è l’ecologia integrale, una visione che riconosce l’interconnessione profonda tra la crisi ambientale – come inquinamento, cambiamento climatico e perdita di biodiversità – e la crisi sociale, denunciando in parallelo la cultura dello scarto e criticando aspramente le politiche migratorie che alzano muri invece di accogliere. La consapevolezza che «Tutto è connesso» rende l’enciclica una bussola per un futuro sostenibile e giusto.

Dal Vaticano al Ticino: l’eredità duratura dell’Enciclica in azioni concrete

A quasi dieci anni dalla sua pubblicazione, il messaggio della Laudato si’ non ha perso la sua attualità, anzi, si è amplificato a fronte dell’aggravarsi delle crisi ambientali e dell’allargamento delle disuguaglianze sociali. Anche nella Svizzera italiana, l’enciclica continua a ispirare azioni concrete. Un esempio lampante è l’iniziativa promossa da Caritas Ticino, che ha organizzato il convegno “Il bene è comune?” presso il Centro di Ecologia integrale Laudato si’ a Sant’Antonino. Questo Centro è l’espressione pratica del messaggio papale: una realtà dove si accoglie e si integra chi è senza lavoro, prendendosi cura del territorio, producendo cibo sano e promuovendo un’economia sociale e circolare tramite iniziative come il recupero del tessile. Come sottolineato da Stefano Frisoli, direttore di Caritas Ticino, l’enciclica è stata uno spartiacque, fornendo nuova linfa e una sintesi potente tra sostenibilità ambientale e giustizia sociale, dimostrando che la cura della casa comune è una chiamata alla responsabilità che unisce la comunità ticinese.

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