EUROPA – Nel cuore del Parlamento europeo, Ursula von der Leyen ha lanciato un messaggio chiaro e inequivocabile: l’Unione deve smettere di dipendere da altri e iniziare a costruire la propria autonomia strategica. Il suo discorso sullo Stato dell’Unione ha scosso la plenaria, tra applausi e sguardi tesi: “È giunto il momento per l’Europa di battersi per la propria indipendenza”.
Europa, basta tentennare: Von der Leyen chiede unità e coraggio
La presidente della Commissione europea ha tracciato una rotta che punta dritta verso una maggiore sovranità in tre ambiti chiave:
– Difesa: rafforzare le capacità militari europee per non dover più contare su alleanze instabili.
– Energia: investire in fonti rinnovabili e tecnologie europee per uscire dalla dipendenza da fornitori esterni.
– Economia: sostenere le imprese e proteggere il mercato interno da pressioni globali.
“Non possiamo più permetterci di essere vulnerabili. Le dipendenze sono diventate armi, e l’Europa deve imparare a difendersi”, ha detto von der Leyen con tono deciso.
Discorso sullo Stato dell’Unione 2025: Von der Leyen punta sull’indipendenza europea
Il discorso ha avuto un forte impatto politico, ma anche simbolico. Strasburgo è diventata il palcoscenico di una nuova narrativa europea: quella di un continente che vuole smettere di essere spettatore. Von der Leyen ha sottolineato come l’unità tra le istituzioni sia fondamentale per affrontare le sfide globali: “Abbiamo bisogno di coraggio, visione e coerenza. Non possiamo più permetterci di litigare tra di noi”.
Ursula von der Leyen: strategia UE per sicurezza, energia e crescita
La strategia presentata oggi non è solo una dichiarazione d’intenti, ma un piano operativo. Tra i punti salienti:
– Creazione di un fondo europeo per la difesa comune
– Accelerazione del Green Deal con obiettivi energetici più ambiziosi
– Riforme fiscali per rafforzare la competitività dell’eurozona
L’analisi della Redazione
Von der Leyen ha chiuso il suo discorso con tono solenne: “L’indipendenza non è un lusso, è una necessità”. Applausi, retorica, e poi… la realtà. L’Unione europea non ha una costituzione unica, gli Stati membri restano sovrani e spesso divisi su interessi nazionali e visioni strategiche. Coordinare 27 Paesi su difesa, energia e tecnologia è tutt’altro che semplice. Intanto, in Francia, il governo è appena caduto e il Paese è paralizzato da uno sciopero nazionale contro il piano di austerità da 44 miliardi di euro. Il movimento “Bloquons tout” ha invaso strade, stazioni e aeroporti, con disagi ovunque. Macron, che dovrebbe essere il motore politico dell’integrazione europea, è alle prese con una crisi interna che ricorda i giorni peggiori dei Gilet Gialli. Von der Leyen, tenta una narrazione muscolare in stile americano. Lo slogan “Make Europe Sovereign Again” non è ufficiale, ma il tono è quello. Ironia: la retorica che Bruxelles ha sempre criticato oggi sembra l’unica formula comunicativa rimasta per tenere insieme un’Europa che, tra scioperi e governi traballanti, fatica a trovare una voce comune.