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Crescita globale stabile nonostante il rallentamento della disinflazione e la crescente incertezza politica

CRESCITA ECONOMICA GLOBALE STABILE

ECONOMIA – Le proiezioni di crescita globale rimangono invariate al 3,2% quest’anno e leggermente superiori al 3,3% per l’anno prossimo, ma si sono verificati sviluppi degni di nota dopo il World Economic Outlook di aprile. La crescita nelle principali economie avanzate sta diventando più allineata man mano che i gap di produzione si stanno chiudendo. Gli Stati Uniti mostrano crescenti segnali di raffreddamento, soprattutto nel mercato del lavoro, dopo un forte 2023. L’area euro, nel frattempo, ĆØ pronta a riprendersi dopo una performance quasi piatta lo scorso anno. Le economie di mercato emergenti dell’Asia restano il motore principale dell’economia globale. La crescita in India e Cina ĆØ stata rivista al rialzo e rappresenta quasi la metĆ  della crescita globale. Tuttavia, le prospettive per i prossimi cinque anni restano deboli, in gran parte a causa del calo di slancio nell’Asia emergente. Entro il 2029, si prevede che la crescita in Cina modererĆ  al 3,3 percento, ben al di sotto del suo ritmo attuale.

SULL’INFLAZIONE

Come ad aprile, prevediamo che l’inflazione globale rallenterĆ  al 5,9 percento quest’anno dal 6,7 percento dell’anno scorso, ampiamente sulla buona strada per un atterraggio morbido. Ma in alcune economie avanzate, in particolare negli Stati Uniti, i progressi sulla disinflazione hanno rallentato e i rischi sono al rialzo.Ā Nell’ultimo aggiornamento WEO, scopriamo che i rischi rimangono sostanzialmente bilanciati, ma due rischi al ribasso a breve termine sono diventati più evidenti. In primo luogo, ulteriori sfide alla disinflazione nelle economie avanzate potrebbero costringere le banche centrali, tra cui la Federal Reserve, a mantenere i costi di prestito più alti ancora più a lungo. Ciò metterebbe a rischio la crescita complessiva, con una maggiore pressione al rialzo sul dollaro e ricadute dannose sulle economie emergenti e in via di sviluppo. Prove empiriche sempre più numerose, tra cui alcune delle nostre, evidenziano l’importanza degli shock inflazionistici globali (principalmente prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari) nel determinare l’impennata dell’inflazione e il successivo calo in un’ampia gamma di Paesi.

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