SVIZZERA – Il Ticino si trova ad affrontare una trasformazione strutturale del proprio mercato del lavoro, caratterizzata dall’uscita progressiva delle generazioni baby boomer dal mondo professionale. Questo fenomeno demografico sta creando pressioni significative sul ricambio generazionale, con conseguenze particolarmente evidenti in alcuni settori economici strategici. L’analisi della Rilevazione della struttura dei salari (2012-2022) rivela attraverso specifici indicatori come l’indice di sostituzione – che confronta lavoratori di 40-64 anni con quelli di 15-39 anni – e l’indice di sostituzione stretto – focalizzato su chi è prossimo al pensionamento versus i nuovi ingressi – un quadro di crescente squilibrio che richiede interventi mirati per garantire la continuità produttiva del territorio.
Settori in difficoltà: industria e servizi specializzati
L’impatto dell’invecchiamento demografico non colpisce uniformemente tutti i comparti economici ticinesi. Il settore secondario registra le maggiori criticità con uno squilibrio generazionale cresciuto marcatamente nell’ultimo decennio, mentre il terziario presenta una situazione più eterogenea ma non meno preoccupante in specifiche nicchie. Particolarmente critici risultano i settori dell’informatica e del sociosanitario, dove la combinazione tra alta specializzazione richiesta e carenza di personale qualificato sta generando bottlenecks strutturali. Per affrontare efficacemente queste sfide, le istituzioni e le imprese ticinesi dovranno sviluppare strategie integrate che tengano conto non solo degli aspetti demografici, ma anche dell’evoluzione delle competenze, delle dinamiche migratorie e delle specifiche esigenze settoriali, al fine di mantenere la competitività economica del cantone nel contesto globale.