ECONOMIA – Economia: Colombe a Natale? Eurodollaro verso 1,10.
di IPEK OZKADERSKAYA – SWISSQUOTE
COLOMBE A NATALE? EURODOLLARO VERSO 1,10
La Federal Reserve (Fed) conclude lāanno con un finale clamoroso. Non solo non si preoccupa di vedere i rendimenti statunitensi scendere in attesa di un taglio dei tassi. Al contrario, i banchieri centrali hanno sostenuto lāidea di unaĀ pivot policy a seguito di un incoraggiante calo dellāinflazione e sono sembrati molto più accomodanti di quanto tutti si aspettassero al loro annuncio di ieri, che ha chiaramente evidenziato che la svolta politica ĆØ arrivata. Questo ĆØ il risultato più importante dell’ultima riunione annuale del FOMC, ed ĆØ stato del tutto inaspettato. Jerome Powell ha continuato a dire che āĆØ troppo presto per dichiarare vittoriaā sullāinflazione, ma il comitato ha abbassato le previsioni sullāinflazione per questāanno e il prossimo, e il cosiddetto dot plot ā che traccia dove i funzionari della Fed vedono andare i tassi di interesse ā ha disegnato un taglio di 75 punti base nel tasso dei fondi Fed per lāanno prossimo. Lāaspettativa mediana suggerisce ora che il tasso della Fed sarĆ abbassato al 4,6% entro la fine del 2024.Ā E questo ĆØ un cambiamento piuttosto grande rispetto allāultima volta che il Presidente della Fed ha parlato per dire che i tassi sarebbero rimasti alti a lungo.Ā Ora sembra che i tassi non rimarranno alti per cosƬ tanto tempo. Si prevede cheĀ il primo taglio dei tassi della Fed avverrĆ a marzo, con una probabilitĆ superiore allā85%.
I RENDIMENTI
Di conseguenza, il rendimento statunitense a 2 anni ā che riflette le scommesse sui tassi della Fed ā ĆØ crollato ieri al 4,33% e, con il messaggio accomodante che la Fed ha inviato al mercato, il livello del 4,50% che vedevo come supporto allāinizio di questa settimana dovrebbe ora agire come una resistenza. Il rendimento dei decennali statunitensi ĆØ sceso sotto il 4%, riflettendo lāidea che il pivot policy suggerisca un rallentamento significativo dellāeconomia statunitense.Ā Il calo dei rendimenti ha portato l’S&P500 sopra la soglia dei 4700, ai livelli più alti degli ultimi due anni, e l’indice Dow Jones Industrial ha raggiunto un livello record.Ā Non cāĆØ motivo di smettere di credere che anche lāindice S&P500 rinnoverĆ presto i suoi record, a meno che non si verifichi un calo significativo delle aspettative sugli utili.
LA FEDERAL RESERVE
Lāatteggiamento accomodante della Federal Reserve ha avuto unāeco forte anche sui mercati valutari. Il dollaro statunitense ĆØ stato venduto bruscamente, l’EUR/USD ĆØ rimbalzato sopra il livello di 1,09, il Cable ha esteso i guadagni a 1,2650 e l’USD/JPY ĆØ sceso di quasi l’1,80% ieri ed ĆØ scivolato sotto il livello di 141 questa mattina.Ā Gli indicatori di trend e momentum sono ampiamente negativi, i fondamentali ā ovvero la divergenza sempre più ridotta tra la Fed più accomodante e la Banca del Giappone (BoJ) più aggressiva ā sono ampiamente positivi per lo yen, quindiĀ i rialzi dei prezzi nellāUSD/JPY sono ora visti come unāopportunitĆ per rafforzare le posizioni corte sull’USD/JPY.
NEL MONDO
Oggi tocca alla Banca Centrale Europea (BCE) e alla Banca dāInghilterra (BoE) emettere il loro verdetto politico finale per questāanno. E sia la signora Lagarde che il signor Bailey saranno rimasti certamente infastiditi nel vedere la Fed cosƬ morbida ieri, poichĆ© Christine Lagarde stessa aveva affermato che non ci si dovrebbe aspettare alcuna riduzione dei tassi per i prossimi trimestri.Ā SarĆ interessante vedere se i funzionari della BCE e della BoE si sentiranno a proprio agio nel rinunciare alla loro posizione dura. Credo ancora che Lagarde ripeterĆ che ĆØ troppo presto per parlare di tagli dei tassi, nel qual casoĀ potremmo vedere lāEUR/USD saltare sopra il livello di 1,10 e finire lāanno sopra questo livello. Al di lĆ della Manica la situazione ĆØ meno ovvia.Ā Le prospettive economiche del Regno Unito non sono brillanti e i salari mostrano segni di rallentamento. Un argomento importante ĆØ che lāinflazione nel Regno Unito si ĆØ più che dimezzata dallāinizio di questāanno. SĆ. Ma lāinflazione nel Regno Unito ā sebbene dimezzata ā si attesta al 4,6%, ovvero più del doppio dellāobiettivo del 2% della BoE. Questāultimo aspetto rende la BoE meno propensa ad avviare tagli dei tassi rispetto alle altre due principali banche centrali.














