LUGANO ā Mercati: anatomia di una mancata caduta con tempesta perfetta in avvicinamento. Il commento di Michele De Michelis, responsabile investimenti diĀ Frame Asset Management. Solitamente scrivo il mio approfondimento mensile intorno alla metĆ del mese, ma questa volta ho preferito attendere qualche giorno in più per osservare āa freddoā la reazione dei mercati dopo lāattacco israeliano della scorsa settimana allāIran. Non vi nascondo che mi sarei aspettato di commentare una situazione improvvisamente molto difficile, sul genere di quella vista in seguito al āLiberation dayā.Ā Ecco perchĆ© sono rimasto molto sorpreso nel vedere fluttuare appena il prezzo del contratto future sullo Standard & Poorās (che lunedƬ 16 giugno ha aperto a meno 0,3 %, per poi chiudere la seduta in territorio discretamente positivo). Di fronte a questa situazione, ho pensato fosse meglio far passare unāaltra settimana prima di scrivere, giusto per capire come si sarebbe evoluta la situazioneĀ Ā non solo per i mercati finanziari, ma anche a livello geopolitico e provare a capire qualcosa in più.
Anatomia di una mancata caduta con tempesta perfetta in avvicinamento
Quando poi ho letto, durante lāultimo week end, dellāattacco a sorpresa dellāaviazione americana ai danni dei siti nucleari iraniani (e al quale sono seguite ore di commenti di ogni tipo in merito alle potenziali conseguenze negative), ho nuovamente pensato che questa volta lā impatto sarebbe stato diverso e che allāindomani avremmo vissuto una giornata estremamente difficile, preparandomi al peggio. Mai mi sarei aspettato di vedere nuovamente le aperture sui mercati asiatici con oscillazioni minime, contratti sul petrolio compresi, dopo le immagini delle naviĀ Ā petroliere che cambiavano rotta allāingresso dello stretto di Hormuz. A prescindere dallāevoluzione degli eventi, una reazione cosƬ calma e moderata a seguito di un weekend tanto terribile ĆØ un dato di fatto che ci deve necessariamente far riflettere su come stiano cambiando le cose sui mercati finanziari mondiali.
La teoria sulla efficienza dei mercati finanziari
La teoria sulla efficienza dei mercati finanziari ci dice che più un mercato azionario ĆØ efficiente più ĆØ difficile batterlo e quindi lo stock picking diventa poco efficace, motivo per cui conviene investire passivamente sullāindice invece che diventare matti a scegliere i singoli titoli. Allo stesso modo però i mercati efficienti sono difficilmente manipolabili e controllabili da pochi. Ecco perchĆ© quando accadono situazioni di panico dove tutti vendono senza preoccuparsi del prezzo di chiusura, magari perchĆ© sotto lo scacco della famosa āmargin callā, non ĆØ semplicissimo per le autoritĆ cercare di riportare la calma tra gli investitori.Ā Dovremmo quindi iniziare a pensare che allāimprovviso milioni di investitori retail che hanno sempre fatto la fortuna dei relativamente pochi investitori istituzionali (tipo i grandi hedge fund) abbiano seguito un corso di finanza comportamentale e siano diventati lucidi e razionali? La mia sensazione ĆØ che in un qualche modo questi grandi mercati efficienti siano ormai manipolati e tendano ad anestetizzare eventuali volumi in vendita.
Una contraerea informatica
Per quanto mi renda conto che possa essere considerato un plot per un pessimo B-movie complottista,Ā Ā non ĆØ forse vero che gli attacchi missilistici per essere efficaci necessitano della protezione e dellāappoggio della cybersecurity che deve prima disattivare i software dei sistemi difesa nemici? Allo stesso modo perchĆ© non potrebbe esistere una sorta di ācontraerea informaticaā in grado di spegnere sul nascere eventuali aperture in gap down proprio per evitare che queste vadano ad alimentare a loro volta ulteriori database e algoritmi che tendono a esasperare i movimenti di mercato?! Possibile che i mercati azionari americani nei giorni successivi al Liberation day si siano mossi di oltre 20 punti e adesso sembra avanzino placidi come nel periodo tra Natale e Capodanno? Seppur abbia letto anche io tutte le motivazioni a supporto di questa reazione piatta, (senza che nessuna, a dire il vero, mi convinca appieno), posso solo immaginare che qualcuno sappia giĆ come andrĆ a finire.
La tempesta perfetta
Non dimentichiamoci che tra poco scadranno anche i famosi 90 giorni di prorogaĀ Ā sui dazi e potrebbe crearsi la situazione ideale per la cosiddetta tempesta perfetta, considerando anche altre potenziali ācelle temporalescheā come, ad esempio, quanto sta accadendo allāinflazione giapponese che potrebbe costringere la BOJ ad alzare i tassi di interesseĀ Ā generando la fineĀ Ā del più classico dei carry trade (indebitarsi in yen pagando un tasso dāinteresse basso per comprare titoli di stato americani ad un tasso più elevato). Questo porterebbe lo yen a rivalutarsi molto e quindi a svolgere una funzione importante nellāattivitĆ di protezione di portafoglio. Magari realizzando questo compito anche meglio rispetto ai titoli di Stato americani che sembrano aver perso lāaspirazione al āflight to qualityā.