BERNA – Summit per la democrazia: le opportunità e i rischi dell’intelligenza artificiale per la democrazia.
SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La terza edizione del Summit per la democrazia (Summit for Democracy) si tiene quest’anno nella Repubblica di Corea dal 18 al 20 marzo, con il motto «Democrazia per le generazioni future». L’ambasciatore Simon Geissbühler ha rilasciato una dichiarazione in occasione dell’odierna riunione ministeriale dedicata all’influenza dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali sulla democrazia. Negli ultimi 20 anni, la pressione a cui sono sottoposte le democrazie è aumentata costantemente. Oggi una netta maggioranza della popolazione mondiale vive in Paesi non democratici. Alla luce di questi fatti, circa 300 rappresentanti di governi, di organizzazioni internazionali, del mondo accademico e della società civile si incontreranno al terzo Summit per la democrazia che si svolgerà nella capitale coreana Seoul dal 18 al 20 marzo 2024. Il summit rappresenta una piattaforma per una discussione su misure e soluzioni politiche, in particolare nel campo delle nuove tecnologie, al fine di promuovere la democrazia per le generazioni future. L’ambasciatore Simon Geissbühler, capo della Divisione pace e diritti umani, ha rilasciato una dichiarazione in occasione dell’incontro ministeriale svoltosi oggi nell’abito del summit, al quale contribuirà anche la presidente della Confederazione svizzera, Viola Amherd, attraverso un videomessaggio.
IL DIPARTIMENTO
Il capo del Dipartimento ha dichiarato che le nuove tecnologie celano rischi ma offrono anche opportunità, soprattutto per la democrazia, e che i giovani rivestono una notevole importanza quando si parla dell’uso di questi strumenti. Le opportunità offerte dal progresso tecnologico si riflettono per esempio nella semplificazione dei processi elettorali, nell’accesso alle informazioni e nella maggiore efficienza delle autorità pubbliche. Tuttavia, il rapido sviluppo nel campo dell’intelligenza artificiale ha anche il potenziale per minare i processi decisionali democratici attraverso la disinformazione e la repressione. Nella sua dichiarazione, l’ambasciatore Simon Geissbühler ha sottolineato che occorre fare in modo che la tecnologia continui a essere d’aiuto alle persone e non diventi uno strumento di oppressione o di manipolazione. Ha inoltre aggiunto che tale aspetto assume un’importanza fondamentale per la partecipazione dei giovani al processo politico, visto che sono molto attivi nello spazio digitale. Allo stesso tempo, ritiene che sia cruciale che la lotta alla disinformazione non venga strumentalizzata come pretesto per un’iniqua restrizione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Al fine di ridurre l’impatto negativo dell’intelligenza artificiale, la Svizzera ha contribuito attivamente con le proprie competenze ai negoziati del Consiglio d’Europa sulla Convenzione sull’intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, conclusi con successo la scorsa settimana.