STILE – Un momento storico per l’esplorazione spaziale: il primo componente metallico stampato in 3D in orbita è atterrato sulla Terra. Questo campione, frutto della tecnologia all’avanguardia sviluppata dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e dai suoi partner, rappresenta un passo fondamentale verso l’autosufficienza delle future missioni spaziali. La stampante 3D in metallo, ideata da Airbus in collaborazione con l’ESA, è stata installata nel modulo Columbus della Stazione Spaziale Internazionale dall’astronauta Andreas Mogensen durante la sua missione Huginn nel gennaio 2024. Dopo una serie di test iniziali, la stampante ha prodotto con successo il suo primo campione completo in estate, seguito da un secondo esemplare a dicembre.
Analisi e confronti: alla ricerca degli effetti della microgravità
Il primo campione è ora al centro delle analisi presso il laboratorio dei materiali e dei componenti elettrici dell’ESTEC (European Space Research and Technology Centre) nei Paesi Bassi. Gli scienziati confronteranno le sue proprietà con quelle di campioni identici stampati sulla Terra, al fine di comprendere come la microgravità influenzi il processo di stampa 3D in metallo. Il secondo campione, invece, sarà consegnato alla Technical University of Denmark per ulteriori studi. Questo successo segna un’evoluzione significativa rispetto alle precedenti sperimentazioni con stampanti 3D in plastica sulla ISS. La capacità di produrre componenti metallici direttamente nello spazio apre nuove frontiere per le missioni di lunga durata. Gli astronauti potranno fabbricare parti di ricambio, riparare attrezzature e creare strumenti su richiesta, riducendo la dipendenza dalle costose missioni di rifornimento dalla Terra.