Bitcoin scivola sotto i 90.000 dollari, segnale di un umore in peggioramento sui mercati globali

LUGANO - Il prezzo di Bitcoin è sceso per la prima volta in sette mesi sotto i 90.000 dollari, cancellando i guadagni accumulati nel...
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martedì 18 Novembre 2025
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Dazi Usa, a rischio 18.000 posti di lavoro e oltre 42 miliardi di export

ECONOMIA – I nuovi dazi Usa al 15% rischiano di colpire una quota di export italiano superiore ai 42 miliardi di euro, con perdite annuali oltre i 6,3 miliardi, mettendo in pericolo tra i 15.000 e i 18.000 posti di lavoro ancora a rischio nel nostro Paese. Sono i risultati dell’indagine su una piattaforma online specializzata nell’analisi del rischio d’impresa, sull’impatto del nuovo accordo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti firmato il 27 luglio. Le aree dell’Italia più esposte risultano le regioni del Nord, in particolare Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, dove la presenza di filiere fortemente orientate all’export rende il sistema particolarmente sensibile a variazioni di margine. In queste aree, migliaia di lavoratori rischiano di essere coinvolti direttamente o indirettamente da tagli e ridimensionamenti produttivi.

Sui Dazi USA

L’impatto economico varia sensibilmente a seconda del settore. La farmaceutica branded, con 12 miliardi di export verso gli Stati Uniti, potrebbe subire una contrazione da 1,8 miliardi di euro. La meccanica industriale, che rappresenta uno dei comparti più solidi del nostro export, rischia una perdita analoga. Anche comparti come l’automotive, la moda di fascia alta, il vino doc/dop, il design e l’elettronica medicale subiranno contraccolpi significativi, con una riduzione stimata tra 300 milioni e 900 milioni di euro ciascuno. Secondo l’analisi l’accordo Ue-Usa rappresenta sì un punto di equilibrio negoziale, ma non garantisce la tenuta del sistema produttivo italiano. Le imprese saranno ora chiamate ad affrontare una nuova fase, fatta di riorganizzazione interna, revisione delle strategie di prezzo e investimento in innovazione. Senza misure strutturali a supporto, il rischio è che questa pressione fiscale indiretta finisca per compromettere la crescita di molti settori trainanti dell’economia nazionale.

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