GLAND – Economia: calano le aspettative di un reflation trade.
di IPEK OZKADERSKAYA – SWISSQUOTE
ECONOMIA: CALANO LE ASPETTATIVE DI UN REFLATION TRADE
Il teso contesto geopolitico, la crescente domanda statunitense durante l’estate e il tono restrittivo dell’OPEC riguardo alle sue prospettive sono tutti elementi che favoriscono ulteriori guadagni del prezzo del petrolio. La Cina sta inoltre spendendo molto per sostenere il suo mercato immobiliare in difficoltà, cosa che porta ulteriore sostegno ai prezzi delle materie prime. Il sentiment sul petrolio è inclinato al rialzo, anche se sussiste un grande rischio circa un eventuale rimbalzo sopra il livello di 80 dollari al barile: un’operazione di reflazione potenzialmente in declino. Se le banche centrali moderassero i loro piani di taglio dei tassi fino all’estate, le prospettive della domanda di petrolio potrebbero subire un duro colpo e quest’ultimo potrebbe limitare la ripresa.
TAGLI CONSECUTIVI DELLA BCE?
Francois Villeroy de Galau della Banca Centrale Europea (BCE) ha dichiarato ieri che la BCE potrebbe abbassare i tassi di interesse sia nella riunione di giugno che in quella di luglio – un commento che non corrisponde alla comunicazione ufficiale della BCE che mantiene aperte le sue opzioni oltre la riunione di giugno. E preferisco mantenere quest’ultimo come scenario di base, perché se l’inflazione in Europa dovesse riprendere slancio, la BCE non potrà permettersi tagli dei tassi consecutivi. Gli aggiornamenti sull’inflazione provenienti dai paesi dell’Eurozona arriveranno nel corso di questa settimana, il numero aggregato sarà diffuso venerdì mattina. Ciò dà tempo alle colombe della BCE di sognare sui commenti di inizio settimana di Villeroy e dovrebbe – in teoria – limitare il potenziale positivo dell’euro.
L’EURUSD
Ma l’EURUSD si sta spingendo al rialzo all’inizio di questa settimana, sulla scia di una debolezza generalizzata del dollaro USA. L’indice del dollaro si sta preparando a testare il supporto della 200-DMA contro le previsioni da falco. C’è troppo ottimismo sul fatto che i dati del PCE di venerdì portino sollievo. A tal punto che anche l’inflazione core più debole del previsto della Banca del Giappone (BoJ) questa mattina non ha fatto salire l’USD/JPY. Quindi, se così fosse, se l’indice PCE statunitense suggerisse pressioni inflazionistiche più deboli al rilascio di venerdì, potremmo vedere l’indice del dollaro scendere al di sotto del livello principale di Fibonacci del 38,2% e nella zona di consolidamento ribassista a medio termine. Ciò consentirebbe all’EURUSD di estendere i guadagni al di sopra della resistenza di 1,09, ma uno spostamento accomodante nelle aspettative della Federal Reserve (Fed) aumenterebbe anche le attese relative alla BCE, e quest’ultima limiterebbe il potenziale di rialzo dell’EURUSD. In sintesi, non vedo un’impennata dell’EURUSD al di sopra del livello 1,10 dal momento che la BCE è seduta sul sedile anteriore dell’autobus dell’allentamento di politica monetaria.